21 Oct, 2025 - 09:40

Per Travaglio, Schlein e Meloni pari sono: meglio Appendino contro il gattopardismo dem

Per Travaglio, Schlein e Meloni pari sono: meglio Appendino contro il gattopardismo dem

Inutile gridare al lupo al lupo, lanciare allarmi-fascismo ogni quarto d'ora, fare di tutto per sembrare alternativa: Elly Schlein è come Giorgia Meloni.

A sentenziarlo questa mattina è Marco Travaglio.

Il direttore del Fatto Quotidiano, nel suo consueto editoriale, ha avuto modo di sottolineare che sulle cose importanti, in Europa e in Italia, il Pd la pensa come il partito di Meloni. 

Verba volant; i voti parlamentari, invece, rimangono sulla pietra.

Così, passano gli anni, cambiano (radicalmente) le linee politiche, ma il Pd rimane sempre il partito con le mani in pasta.

Travaglio contro il Pd gattopardesco: Schlein come Meloni

Travaglio oggi ha fatto l'equazione Schlein uguale Meloni a proposito di Chiara Appendino.

L'ex sindaca di Torino si è dimessa dal ruolo di vicepresidente del Movimento Cinque Stelle perché si batte per una maggiore autonomia dal Pd. E per Travaglio non ha affatto tutti i torti, anzi:

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Mentre il M5S cala nelle Regioni, cresce a livello nazionale proprio per ciò che l'Appendino gli rimprovera di non fare: distinguersi dal governo e dal Pd, che sulle cose importanti (Patto di Stabilità, Von der Leyen, riarmo, Ucraina) vanno sempre a braccetto. E crescerebbe ancor di più se il sistema mediatico non oscurasse la sua indipendenza per accreditare il finto derby tra Meloni e Schlein, che si sfidano ogni giorno a paroloni e parolacce per poi votare insieme sui fondamentali

Capito? Elly fa merenda con Giorgia.

Travaglio contro il "gattopardismo affaristico e consociativo" dei dem

E insomma: per Travaglio, non è mai il caso di fidarsi del Partito Democratico. Anche adesso che Schlein e i suoi compañeros l'hanno reso una (brutta) copia del Movimento Cinque Stelle.

Per il direttore, Chiara Appendino ha ragione da vendere quando rivendica di stargli quanto più possibile lontano:

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Sul gattopardismo affaristico e consociativo dei dem, la Appendino può tenere dei corsi avendone conosciuto e combattuto (e una volta battuto) la quintessenza, incarnata da uno dei peggiori Pd d'Italia: quello torinese, che se la batte con quello milanese, romano e calabrese

Ora: Chiara Appendino è l'ex sindaca di Torino condannata a un anno, cinque mesi e 23 giorni di reclusione per i fatti di piazza San Carlo del 2017.

Nel corso della proiezione sul maxischermo della finale Champions della Juve con il Real, un gruppo di rapinatori scatenò il panico. Ci furono 1700 feriti e 2 morti. Appendino è stata riconosciuta colpevole di disastro, omicidio e lesioni plurime, tutte colpose. I giudici motivarono la sentenza a suo carico per "una imperdonabile approssimazione e superficialità" nell'organizzazione dell'evento. Non perché avesse avuto a che fare con un Pd sporco, brutto e cattivo. 

Ma tant'è: 

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Anziché scomunicarla per il suo grido d'allarme intempestivo ma fondato, i fedelissimi contiani dovrebbero ascoltarla e riflettere. E poi fare di tutto per tenerla nel gruppo dirigente: non c'è nulla di male o di strano se, al vertice di una forza politica, accanto a chi spinge sul progressismo, c'è anche una Cassandra o un grillo parlante (con la g minuscola) che spinge sulla indipendenza, rappresenta gli elettori dubbiosi, li fa sentire rappresentati e coinvolti, e magari li convince pure a tornare a votare. Buttala via...

conclude Travaglio. Che stamattina, evidentemente, si è svegliato più democratico del solito. Ma sempre e comunque manganellatore principe del Pd. 

 

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