21 Oct, 2025 - 11:32

Oltre a Sarkozy, andrebbero processati anche gli altri artefici dei disastri in Medio Oriente e in Ucraina

Oltre a Sarkozy, andrebbero processati anche gli altri artefici dei disastri in Medio Oriente e in Ucraina

Processi e condanne non dovrebbero essere l’eccezione, dovrebbero essere la regola per chi ha causato i peggiori disastri geopolitici degli ultimi decenni. 

L’immagine di Nicolas Sarkozy dietro le sbarre ha riaperto una ferita profonda e scandalosa, portando alla luce la clamorosa impunità che da troppo tempo protegge i leader occidentali responsabili del caos in Medio Oriente e della guerra sanguinosa in Ucraina. 

Sarkozy in carcere

Sarkozy, ex presidente francese, è stato condannato in via definitiva a cinque anni di reclusione per associazione a delinquere, nello scandalo dei finanziamenti ricevuti dal regime libico di Muammar Gheddafi durante la sua campagna elettorale.

Nonostante il clamore mediatico, la vicenda di Sarkozy rappresenta solo la punta dell’iceberg: il suo coinvolgimento nelle bombe sulla Libia – supportato da altri leader occidentali – è stato mascherato da una retorica di “democratizzazione”, ma si è tradotto in distruzione, crisi migratoria e un paese consegnato al caos delle milizie.​

I disastri in Medio Oriente: Bush, Blair, Obama

Se esiste una graduatoria delle responsabilità storiche, i primi posti spettano a George W. Bush, Tony Blair e Barack Obama. Bush e Blair, nel 2003, lanciano l’invasione dell’Iraq basandosi su menzogne sulle armi di distruzione di massa, aprendo la strada a una guerra settaria, all’ascesa di Al Qaeda e infine allo Stato Islamico.

Il “nation building” invocato si è rivelato solo una tragica sequenza di errori e orrori, lasciando Baghdad e l’intera regione preda di violenza costante.​

Per non parlare della catastrofica operazione in Afghanistan che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto cancellare i Talebani dal Paese. E 20 anni dopo, li ha visti tornare al potere ancora più forti e spietati.

Barack Obama, dal canto suo, non ha onorato il premio Nobel per la pace ricevuto. Su di lui, oltre alla Siria, grava la macchia indelebibile della Libia, con la complicità francese di Sarkozy: il cambiamento di regime ottenuto “con l’aviazione sola” in Libia ha scatenato conflitti tribali, traffico di esseri umani, terrorismo, e un esodo biblico di migranti diretti verso l’Europa.​

E il massacro di civili a Gaza, le responsabilità di Biden prima e Trump poi sono evidenti: loro hanno armato e supportato in tutto e per tutto il piano criminale di Netananyahu.

Nessuno di questi leader ha pagato. Hanno firmato trattati, dato la mano ai tiranni, seduto ai tavoli del G7 – mentre la gente moriva sotto le macerie di Mosul, Aleppo, Bengasi. La corte penale internazionale? Silenzio assordante.

Ucraina: Biden, Von der Leyen e i leader europei

La guerra in Ucraina è il risultato di un lungo elenco di provocazioni e arroganze da parte della NATO e dei suoi sponsor europei. Joe Biden, Ursula von der Leyen e l’intera classe dirigente dell’UE hanno scelto la strada del riarmo e dell’escalation, e non quella del dialogo e della diplomazia.​

Invece di tentare una trattativa seria nei primi giorni del conflitto, hanno inondato l’Ucraina di armi, ampliato esercitazioni militari e favorito l’avvio di una guerra che solo ora si riconosce essere interminabile e devastante. La “assistenza crescente” a Kiev – così viene chiamata nei documenti – ha portato a una spirale di morte che si poteva evitare. E ancora oggi, anziché parlare di pace, si parla di riarmo.

L’impunità dei responsabili e la complicità dell’opinione pubblica

Ogni funerale di civili in Siria, ogni bambino morto in Donbass, ogni naufragio nel Mediterraneo ha una firma: quella di questi uomini e donne che, in nome di un Occidente “buono”, si sono resi responsabili di crimini di guerra e disastri umanitari.

La storia non potrà dimenticare, anche se la giustizia tarda a presentare il conto. La verità sulle colpe dell’Occidente merita processi, condanne e, finalmente, una punizione proporzionata alla vastità dei crimini commessi. Solo così sarà possibile voltare davvero pagina. E forse, dopo decenni di ipocrisie, cominciare a parlare di pace, invece che di guerra.

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