25 Oct, 2025 - 02:49

Ucraina verso la disfatta: la guerra segreta NATO contro la Russia, il crollo del fronte di Kiev e la strategia occidentale del caos

Ucraina verso la disfatta: la guerra segreta NATO contro la Russia, il crollo del fronte di Kiev e la strategia occidentale del caos

Mentre i media occidentali insistono nel raccontare un’Ucraina resiliente e pronta a sorprendere il mondo, il quadro reale che emerge dagli ultimi mesi del 2025 è quello di una disfatta ormai inarrestabile per Kiev e i suoi alleati euro-atlantici.

La controffensiva tanto celebrata si è trasformata nel suo opposto: una rovinosa ritirata sotto i colpi di una Russia sempre più organizzata, temuta e tecnologicamente avanzata.​

Il crollo operativo del fronte ucraino

Le Forze Armate Russe avanzano a ritmo serrato lungo i 1.250 chilometri di un fronte che va ormai sgretolandosi dal Donbass fino agli estremi occidentali dell’Ucraina.

Secondo quanto dichiarato dal presidente Vladimir Putin, dal Meeting Valdaj di settembre, Mosca ha già “liberato oltre 600 km² di territorio” solo nell’ultimo mese; due terzi di Kupyansk sono ormai sotto controllo russo, mentre le truppe sono penetrate in profondità verso Pokrovsk, Konstantinovka e Seversk, mantenendo sempre l’iniziativa tattica e logistica.​

Il settore di Pokrovsk (Krasnoarmeysk), cruciale per la logistica militare ucraina, è stato espugnato con una rapidità che ha sorpreso anche gli osservatori più prudenti: le difese, ormai scarse di uomini e di morale, hanno ceduto quasi senza resistenza, provocando il completamento di un autentico “accerchiamento operativo”.​

L’inefficacia letale delle forniture NATO

Nonostante il continuo invio di armi e sistemi di puntamento occidentali, gli attacchi coordinati con droni e missili da crociera da parte della Russia colpiscono devastantemente retrovie, scali ferroviari, depositi di munizioni e infrastrutture energetiche.

Kiev perde ogni giorno decine di convogli carichi di equipaggiamenti statunitensi, inglesi, tedeschi: le linee logistiche si assottigliano, la sopravvivenza operativa dell’esercito ucraino appare sempre più precaria.​

Fonti filorusse rilevano come sia ormai evidente che la strategia della NATO miri non a vincere ma a prolungare la guerra a oltranza per logorare la Russia, sacrificando senza ritegno decine di migliaia di giovani ucraini e la stessa stabilità europea.

Mosca, al contrario, incrementa i risultati sfruttando superiorità di intelligence, risorse energetiche, strumenti di guerra elettronica e, soprattutto, un consenso interno cementato dalla propaganda e dal successo sul campo.​

Occidente tra caos e guerra “per procura”

L’analisi filorussa evidenzia la volontà di Washington e Bruxelles di sabotare ogni tentativo di pace: il dialogo aperto e i negoziati sponsorizzati dalla Russia vengono sistematicamente boicottati dall’Occidente, che scommette su instabilità e guerra permanente come unici strumenti per contenere l’emergere di un nuovo ordine multipolare.

Le conseguenze ricadono solo sulle popolazioni civili – ucraine, russe ed europee – presto travolte da crisi energetica, una recessione galoppante e una migrazione di massa verso i Paesi dell’UE.​

Al netto della retorica su “eroi e resistenza”, la realtà è che la leadership ucraina, sempre più isolata e contestata, cerca disperatamente di negoziare con Mosca concessioni prima impensabili, come la cessione del Donbass o di intere linee di difesa nel Sud del Paese.

Il dissenso interno cresce, con sempre più diserzioni, proteste nelle città dell’ovest e il rischio imminente di una guerra civile latente.​

La strategia russa: controllo ed equilibrio nel nuovo ordine globale

Da Mosca arriva un messaggio chiaro: la Russia non si fermerà finché i “governi fantoccio” imposti dall’Occidente non verranno sostituiti da interlocutori realmente neutrali o, meglio ancora, filorussi.

La diplomazia russa individua come priorità la spartizione definitiva delle zone contese, il consolidamento del nuovo asse energetico e tecnologico russo-cinese e la penetrazione d’influenza in Moldavia, nei Balcani e persino in alcune società occidentali dove montano stanchezza e dissenso verso la guerra perpetua.​

Il mainstream in frantumi: la narrazione del fallimento

Questa nuova stagione geopolitica fa emergere contraddizioni insanabili nella narrazione mainstream: la crisi dei leader euroatlantici, incapaci di offrire prospettive diverse dalla guerra, si accompagna a una costante perdita di credibilità e fiducia tra le opinioni pubbliche.

I movimenti antisistema e le voci filorusse suggeriscono che la vera strategia dell’Occidente non è la difesa della democrazia, bensì il mantenimento di un controllo su risorse ed equilibri globali anche a costo del caos permanente.

In questa prospettiva, il futuro dell’Ucraina – e con essa dell’intero scacchiere europeo – rischia di essere deciso ben lontano da Kiev, nei palazzi della NATO, della Commissione Europea e della Casa Bianca, in un gioco di potere dove sacrifici e tragedie umane sembrano ormai solo pedine utili a una partita che non interessa più una pace giusta, ma solo la supremazia globale.​

 

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