Basterebbe ricordare una delle lezioni del padre della patria Alcide De Gasperi: un vero democratico è, allo stesso tempo, antifascista e anticomunista.
Ma tant'é: quando entrano in azione gli squadristi Pro Pal nelle università così come nelle piazze, giornaloni e sinistra sono, al massimo, subito lì ad alzare il ditino etichettandoli come "fascisti".
Sempre. Anche quando, come è capitato ai danni di Lele Fiano l'altro giorno alla Ca' Foscari, portano con sé striscioni con tanto di falce e martello e fanno il gesto della P38, l'arma delle Brigate Rosse.
E insomma: se vogliamo essere onesti intellettualmente, oggi bisogna dare ragione al direttore di Libero Mario Sechi, il quale, aprendo l'edizione odierna del giornale con il titolo "Comunisti e antisemiti" non ha fatto altro che svelare la realtà che abbiamo sotto gli occhi: oggi, i razzisti stanno a sinistra, nell'estrema sinistra che zittisce Fiano a Venezia.
E quando il Pd parla di fascismo e squadrismo, beh: è fuori strada.
Le parole sono importanti, diceva Nanni Moretti. E, prima di lui, Eduardo De Filippo invocava:
Allora, venendo a bomba su come è stato raccontato l'ultimo atto di squadrismo dei Pro Pal, perché non utilizzare "comunisti", la parola più idonea per descrivere chi se ne è reso artefice, anziché "fascisti"?
Del resto, che i Pro Pal veneziani siano comunisti lo si è potuto dedurre benissimo fin dalla loro entrata in scena, con la falce e martello disegnata sui loro striscioni.
ha fatto notare Sechi.
Del resto, chi può negarlo? Alzi la mano chi, volendo dare la propria solidarietà a Fiano, non abbia scritto sui propri social "Via i fascisti dalle università". Era più appropriato scrivere "Via i comunisti dalle università".
A dirla tutta, prima di Sechi, è stato il presidente del Senato Ignazio La Russa ad ammonire:
Come detto: ci sono le parole, usiamole.
Sta di fatto che con il suo editoriale di oggi, Mario Sechi ha voluto evidenziare non solo che "il problema della violenza della sinistra viene rimosso e proiettato nel passato". Ma anche un'altra cosa non meno preoccupante:
Il direttore di Libero l'ha argomentata spiegando che "la fusione è completa in Francia, dove i governi evaporano; è in stato avanzato in Germania, dove il Cancelliere Merz fa il funambolo; nel Regno Unito dei Laburisti è una strisciante rivolta sociale; negli Stati Uniti, galoppa con la possibile elezione tra pochi giorni a sindaco di New York di Zohran Mamdani, un filo-islamista che non risponde alle domande su Hamas nella città dell'11 settembre"
L'appello finale di Sechi, quindi, è stato questo: