02 Nov, 2025 - 12:05

Da archeologo a inquisitore: per Harrison Ford non pensarla come la Hollywood radical chic è un crimine

Da archeologo a inquisitore: per Harrison Ford non pensarla come la Hollywood radical chic è un crimine

In un'epoca in cui il dibattito sul cambiamento climatico si intreccia sempre più con la geopolitica globale, le recenti parole di Harrison Ford contro il presidente americano Donald Trump hanno acceso un nuovo fronte di discussione. Mentre l’attore critica duramente il leader repubblicano per la sua gestione delle politiche ambientali, un pubblico sempre più scettico nei confronti della cultura radical chic hollywoodiana mette in discussione le reali priorità e il ruolo di queste star nelle questioni globali.

Harrison Ford e la crociata climatica contro Trump

Harrison Ford, noto per il suo attivismo ambientale di lunga data, ha recentemente definito Trump “il più grande criminale della storia” a causa della sua gestione della crisi climatica.

In un’intervista concessa a The Guardian, l’icona di Hollywood ha denunciato “l'ignoranza, l'arroganza, le bugie e la perfidia” dell’agenda di Trump, affermando che il leader americano “non ha una politica precisa, ha solo i suoi capricci”.

Ford ha criticato la decisione del presidente di ritirare gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi, di promuovere l’uso dei combustibili fossili e di bloccare o rallentare lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Trump, coerente con la sua agenda energetica, fin dal primo giorno del suo secondo mandato ha ribadito la necessità di un ritorno massiccio ai combustibili fossili, sintetizzando il suo approccio con la frase ormai simbolica: “Drill, baby, drill” (“Trivellare, tesoro, trivellare”).

Questa contrapposizione tra impegno ecologista e pragmatismo economico ha alimentato un dibattito più ampio. La narrazione hollywoodiana rischia di trasformarsi in uno spettacolo mediatico più che in un confronto reale di idee, soprattutto per chi guarda con sospetto a un establishment culturale percepito come distante.

Hollywood radical chic

Dietro l’apparente limpidezza dell’impegno ambientalista di Hollywood si cela spesso un sentimento di insofferenza da parte del pubblico verso quella che viene vista come una cultura radical chic, lontana dalle preoccupazioni quotidiane delle persone comuni.

Per molti, figure come Ford rappresentano un’élite che, pur denunciando il degrado ambientale, appare poco credibile a causa del proprio stile di vita e di una visione considerata distante dal pragmatismo reale.

Questa frattura culturale si traduce in una critica pungente a un modo di fare politica e attivismo che, pur disponendo di grandi mezzi mediatici, rischia di non intercettare le esigenze concrete della popolazione.

Ne deriva un “intellettualismo progressista” che, per molti osservatori, finisce per estraniarsi dai problemi autentici della società.

La questione climatica tra politica globale e processi mediatici

Il conflitto tra Trump e Hollywood non è soltanto uno scontro personale o politico, ma riflette una più ampia disputa sulla gestione delle tematiche ambientali nel contesto geopolitico contemporaneo.
Da una parte, i governi cercano di bilanciare interessi economici e pressioni internazionali; dall’altra, il mondo dello spettacolo costruisce narrazioni mediatiche potenti, ma spesso semplificate, che rischiano di polarizzare ulteriormente l’opinione pubblica.

La crociata ambientalista delle star diventa così, agli occhi di molti, un simbolo di ipocrisia e distorsione della realtà, mentre la figura di Trump, pur nelle sue contraddizioni, appare meno incline a seguire le mode imposte dall’élite globale.

La nuova polemica avviata da Harrison Ford sulle politiche ambientali di Donald Trump non è quindi un episodio isolato, ma rappresenta una finestra aperta sulle tensioni culturali, politiche e sociali che attraversano la società americana contemporanea.

La controversia tra Ford e Trump è solo l’ultimo segnale di un’America divisa tra due visioni del mondo. Il cambiamento climatico, in questo scenario, non è solo una questione ambientale ma un terreno di scontro ideologico, dove la verità rischia di perdersi tra politica, spettacolo e consenso.

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