La prospettiva di una no-fly zone della NATO sull’Ucraina riaccende le tensioni globali e il dibattito sul rischio di una possibile escalation militare tra l’Alleanza Atlantica e la Russia. Mentre alcuni stati membri spingono per procedere alla sua creazione, altri temono che un tale passo possa trasformare il conflitto ucraino in una guerra su scala mondiale.
La possibilità di istituire una no-fly zone della NATO sull'Ucraina continua a far discutere. Secondo quanto riporta un articolo di The American Conservative del 3 novembre 2025, l'Alleanza Atlantica starebbe discutendo questa misura come parte del sostegno militare a Kiev.
Una no-fly zone significherebbe vietare il sorvolo aereo di velivoli non autorizzati, in particolare quelli russi, con il via libera a intercettare e abbattere aerei che violano questo divieto.
Gli analisti ammoniscono che la no-fly zone rappresenterebbe una rottura decisiva nella politica di non intervento diretto, aumentando notevolmente la pericolosità del conflitto.
L'ipotesi suscita timori sul fatto che potrebbe comportare il rischio di uno scontro diretto tra le forze della NATO e quelle della Russia, con conseguenze catastrofiche per la sicurezza mondiale. Molte cancellerie europee, infatti, rimangono prudenti e valutano con attenzione le richieste.
Le richieste di una no-fly zone provengono soprattutto da alcune realtà politiche e militari dell’Europa orientale.
Recentemente, il ministro degli Esteri polacco, Radosław Sikorski, aveva suggerito di valutare l'imposizione di una no-fly zone sull'Ucraina dopo la violazione dello spazio aereo del paese da parte dei droni russi.
In un’intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, Sikorski ha proposto l’introduzione di una no-fly zone sopra l’Ucraina, accompagnata dall’autorizzazione a intercettare e abbattere i droni russi.
L’idea non è del tutto nuova: già nel 2022, poco dopo l’inizio dell’invasione russa, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, aveva avanzato una richiesta simile alla NATO, che tuttavia venne respinta per evitare un possibile confronto diretto con Mosca.
La Russia ha reagito con fermezza alle discussioni su una possibile no-fly zone NATO sull'Ucraina.
A settembre 2025, il vice capo del Consiglio di Sicurezza ed ex presidente russo, Dmitry Medvedev, ha affermato che la creazione di una no-fly zone sull'Ucraina “significherà lo scoppio di una guerra tra Mosca e la NATO”.
Attuare una no-fly zone comporterebbe per la NATO l’impegno immediato di schierare caccia, sistemi di difesa aerea e altre risorse militari per controllare lo spazio aereo ucraino e abbattere qualsiasi velivolo che tentasse di violare quel confine.
Si tratterebbe di un salto di livello nell’intervento, che potrebbe tradursi in un confronto diretto tra gli eserciti occidentali e quello russi.
Le conseguenze potrebbero essere drammatiche: il rischio di un’escalation militare su scala mondiale, con altissime probabilità di perdite umane e materiali. Inoltre, la difficoltà tecnica di gestire e sostenere una no-fly zone in uno scenario di guerra moderna basata sui droni rappresenterebbe una sfida senza precedenti, con le forze dell’Alleanza costrette ad affrontare attacchi su più livelli, da velivoli pilotati a sciami di droni economici e difficili da neutralizzare.
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