Quando si parla di crime made in Italy, è impossibile non pensare a Roberta Bruzzone, criminologa, psicologa forense, volto televisivo, scrittrice pop e ormai anche meme vivente.
Ma dietro l’immagine da "donna di ferro" che affronta delitti e casi complessi, c’è anche una casa che sembra più una fortezza inespugnabile. Sì, perché Roberta Bruzzone non è solo una professionista di successo, ma anche una donna che ha costruito il suo rifugio ideale in una zona tranquilla e riservata.
Un fortino, una tana, un laboratorio di idee, dove si intrecciano passione, lavoro e sicurezza: ogni stanza racconta qualcosa del suo mondo interiore, fatto di determinazione, energia e curiosità per la mente umana.
La sua casa è una sorta di palcoscenico personale, dove ogni dettaglio svela un pezzo della sua personalità: dalle tigri decorative che spuntano in ogni angolo fino alla valigetta sempre pronta per correre sulla scena del crimine. Roberta Bruzzone non si ferma mai, nemmeno tra le mura domestiche. Ecco com’è davvero la casa della criminologa più famosa d’Italia.
Roberta Bruzzone si muove leggiadra sul set di "Nella Mente di Narciso", tra lavagne, sospettati e dossier investigativi, ma la regina del crime italiano "dove vive?". Una domanda che quando entra in testa è difficile da togliere, ma che - per fortuna - ha una risposta molto semplice.
La criminologa abita in una villetta elegante a Roma Sud, un quartiere residenziale lontano dal caos, dove la tranquillità incontra l’efficienza. Non una casa qualunque, ma un vero e proprio baluardo di sicurezza, con impianti blindati, videosorveglianza e due guardiani a quattro zampe: Harley e Boss, i suoi Staffordshire bull terrier.
Due cani addestrati alla guardia, ma anche compagni di vita inseparabili, che si muovono con la stessa fierezza della loro padrona.
La stessa Bruzzone ha definito la sua abitazione una "tana operativa": un luogo dove lavora, studia e pensa fino a tarda notte. Qui pianifica le sue consulenze, prepara interventi televisivi e organizza corsi di formazione per aspiranti investigatori. Ogni dettaglio della casa è scelto con la precisione di chi analizza indizi: spazi ordinati, linee pulite, oggetti simbolici che raccontano storie di passione e professionalità.
La villetta non è solo un rifugio fisico, ma anche mentale. Dopo giornate passate tra tribunali, studi TV e casi giudiziari, Roberta Bruzzone trova in queste mura la giusta dose di silenzio e concentrazione. Roma è diventata la sua base perfetta: vicina ai centri del potere giudiziario, ma abbastanza discreta da garantire la privacy di una donna che, per mestiere, conosce bene i rischi dell’esposizione mediatica.
Appena si entra nella casa di Roberta Bruzzone, è impossibile non notare un filo conduttore: la tigre. C’è una tigre incorniciata dietro la scrivania, una di ceramica in salotto, un tatuaggio sul braccio e perfino un’immagine felina come sfondo del suo smartphone.
Sembra il set di "Belve" e invece è "solo" il suo simbolo, il totem che la rappresenta: forza, istinto e concentrazione. E non è un caso che il suo ambiente domestico sembri una giungla elegante, dove ogni oggetto ha un significato preciso.
Sul tavolo del soggiorno c’è la famosa valigetta da scena del crimine, sempre pronta: dentro ci sono guanti, tuta bianca, luci e segna-tracce. Perché, si sa, le emergenze non aspettano. Accanto, pile di dossier e faldoni raccontano i casi che hanno segnato la sua carriera, mentre una collezione di targhe americane sulle pareti tradisce la sua passione per i motori e per gli Stati Uniti, dove ha studiato e si è specializzata in analisi forense.
Lo studio è il cuore pulsante della casa: scaffali pieni di libri di criminologia, psicologia e diritto, ma anche pubblicazioni sue e testi di riferimento internazionale.
È lì che nascono le analisi più brillanti, le riflessioni sulle dinamiche criminali e i progetti editoriali. Tutto è al posto giusto, quasi maniacalmente, ma l’ambiente resta caldo e vissuto. Roberta Bruzzone non è una scienziata fredda: la sua casa parla di equilibrio tra razionalità e passione, tra rigore e umanità.
Per chi è nata a Finale Ligure, come Roberta Bruzzone, lasciare il mare non è stata una decisione semplice. Eppure, la scelta di stabilirsi a Roma è arrivata quasi naturalmente. La Capitale è il centro nevralgico della giustizia e della comunicazione italiana, il luogo perfetto per una professionista che si divide tra tribunali e studi televisivi.
A Roma Bruzzone ha trovato il giusto compromesso tra lavoro e vita privata: la possibilità di essere sempre operativa e, allo stesso tempo, di avere un rifugio lontano dai riflettori. La sua casa è elegante ma non ostentata, sicura ma accogliente, con un tocco personale che la rende unica. Non mancano i libri, gli oggetti di design e i dettagli originali che la rappresentano.
Nonostante la distanza, Bruzzone mantiene un legame fortissimo con la sua Liguria. Torna spesso per impegni professionali, eventi culturali o semplicemente per respirare aria di casa. Ma ormai la sua vita ruota attorno a Roma, dove ha costruito la sua dimensione ideale, in perfetto equilibrio tra la donna di scienza e la figura pubblica.
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