08 Nov, 2025 - 17:06

A1, divieto di sorpasso per i TIR: autotrasportatori in rivolta, consegne in ritardo e richiesta di stop immediato

A1, divieto di sorpasso per i TIR: autotrasportatori in rivolta, consegne in ritardo e richiesta di stop immediato

Dal 3 novembre è entrato ufficialmente in vigore il divieto di sorpasso per i mezzi pesanti sull’autostrada A1, nel tratto compreso tra Incisa-Reggello e Chiusi. La misura, sperimentale per sei mesi, è stata pensata per migliorare la sicurezza stradale e la fluidità del traffico, ma sta già generando forti criticità operative nel settore dell’autotrasporto, con ritardi nelle consegne e aumenti dei costi logistici che rischiano di ripercuotersi sull’intera filiera produttiva.

Investire nella sicurezza è sempre una scelta condivisibile, ma quando le politiche di circolazione incidono direttamente sull’efficienza economica e sulla competitività delle imprese, il bilanciamento tra tutela e produttività diventa più complesso. Non si tratta, dunque, di un semplice disagio per chi percorre quotidianamente le nostre autostrade, ma di un problema strutturale che tocca tempi di trasporto, gestione dei carichi e puntualità delle forniture.

Non a caso, la Federazione Autotrasportatori Italiani (FAI) ha presentato una richiesta formale al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) e alla società Autostrade per l’Italia (Aspi) per ottenere la sospensione immediata del provvedimento, ritenuto dannoso per la tenuta economica del comparto.

Ma quali sono le ragioni che hanno portato all’introduzione di questa misura? E, soprattutto, quali impatti economici potrebbe avere nel medio periodo sul trasporto merci e sull’intero sistema produttivo nazionale?

 Divieto di sorpasso per i TIR sulla A1: il test in corso scatena le proteste degli autotrasportatori

Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, è entrato in vigore in via sperimentale per sei mesi il divieto di sorpasso per i mezzi pesanti lungo l’autostrada A1. La misura, pensata per migliorare la sicurezza e la fluidità del traffico in un tratto spesso congestionato, soprattutto nei fine settimana, sta però generando gravi ripercussioni economiche e logistiche.

Negli ultimi giorni molti operatori si chiedono quale sia la reale utilità di un provvedimento che rallenta la circolazione dei TIR, compromettendo la distribuzione delle merci e l’efficienza delle consegne. Non tutti sanno, però, che la misura rientra tra quelle previste dallarticolo 6 del Codice della Strada, che consente agli enti gestori delle autostrade di limitare la viabilità per garantire sicurezza, manutenzione o tutela ambientale.

Il divieto interessa un tratto di circa 120 chilometri, tra le province di Firenze, Arezzo e Siena, una delle sezioni più delicate della rete autostradale italiana per densità di traffico e frequenza di incidenti. La Direzione generale per la sicurezza stradale del MIT ha motivato la misura con l’obiettivo di testare una maggiore fluidità dei veicoli leggeri e ridurre i tempi medi di percorrenza.

Tuttavia, come evidenziato da Rai News Toscana, la FAI Toscana e altre sigle di categoria, tra cui Confartigianato Trasporti e CNA Fita, hanno espresso un parere contrario, sottolineando come il provvedimento ignori le esigenze operative delle imprese, soprattutto per i trasporti di merci deperibili o urgenti. Gli autisti, costretti a procedere in colonna dietro i mezzi più lenti, segnalano un aumento dei consumi di carburante, ritardi nelle consegne e perdite economiche dirette.

Gli effetti sul settore e le proteste in corso

In relazione agli obiettivi fissati dal Regolamento (CE) 561/2006 sui tempi di guida, il nuovo provvedimento, seppur in fase sperimentale, sta generando tensioni ai caselli e ingorghi nelle aree di sosta, rendendo più difficile rispettare le disposizioni normative. Il divieto di sorpasso per i TIR sulla A1 non valorizza il ruolo delle imprese del settore, anzi produce perdite economiche significative, stimate in circa 80 euro al giorno per veicolo, secondo la FAI-Conftrasporto, a causa di ritardi e del maggiore consumo di carburante.

Sebbene la misura rientri nella strategia europea per la sicurezza stradale, le associazioni di categoria contestano il fatto che non tenga conto delle cause reali degli incidenti. Per questo chiedono la sospensione del test e l’avvio di un tavolo tecnico di confronto con MIT e Aspi, al fine di individuare soluzioni più flessibili e sostenibili per l’intero comparto dell’autotrasporto. Essendo una misura sperimentale di sei mesi, il MIT ha annunciato che ne valuterà gli effetti al termine del periodo di test, prima di decidere un’eventuale proroga o modifica del provvedimento.

 

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