11 Nov, 2025 - 12:06

Sigarette +5€ dal 2026: la proposta AIOM che spacca l’Italia

Sigarette +5€ dal 2026: la proposta AIOM che spacca l’Italia

Lo scorso 6 novembre, al Senato si è discusso della possibilità di aumentare il prezzo delle sigarette di 5 euro a pacchetto o più. Si alza così il velo sul prossimo potenziale rincaro delle “bionde” - un risultato che potrebbe non piacere ai fumatori - con una previsione di prezzo più che raddoppiato. L’obiettivo dichiarato è contrastare la crescita del tabagismo e, al tempo stesso, rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Al momento non si tratta di una legge in vigore, ma di una proposta di iniziativa popolare promossa dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), insieme alla Fondazione AIRC e alla Fondazione Umberto Veronesi.

Resta aperta la domanda: ci sarà davvero l’aumento del prezzo delle sigarette a 5 euro, e se sì, quando entrerà in vigore?

Sigarette più care nel 2026: la proposta AIOM di aumentare il prezzo di 5 euro per pacchetto

La proposta mira a introdurre un aumento significativo del prezzo delle sigarette sul mercato, con l’obiettivo di ridurre il numero di fumatori e tutelare la salute pubblica.

Un obiettivo che si rifà ai principi sanciti dall’articolo 32 della Costituzione italiana, che tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività.

Dal punto di vista normativo, l’articolo 71 della Costituzione consente ai cittadini di proporre leggi attraverso la raccolta di firme. La proposta risponde inoltre ai criteri previsti dal Decreto Legislativo n. 504/1995, che disciplina le accise sui tabacchi lavorati.

Come sottolineato da aiom.it, l’iniziativa punta a un forte contrasto al fumo, per salvare vite e rafforzare la sostenibilità economica del sistema sanitario. Secondo le stime, i costi legati alle malattie da fumo superano i 24 miliardi di euro all’anno.

Secondo Il Sole 24 Ore, la misura nasce da una raccolta firme popolare che punta a raggiungere almeno 50.000 sottoscrizioni certificate, necessarie per depositare la proposta in Parlamento entro la primavera del 2026

La sfida sarà farla approvare: l’Aula sarà obbligata a discuterne nei termini previsti dalla legge n. 71/1953.

Prezzi del tabacco in Europa e obiettivi di salute pubblica

Prezzi più bassi significano, inevitabilmente, maggiore consumo. L’Italia è infatti tra i Paesi europei in cui il prezzo medio del tabacco è più contenuto e quindi più accessibile. Basti pensare che un pacchetto di sigarette costa oggi tra 6 e 6,50 euro, mentre in Francia e Irlanda supera i 10 euro.

Come ricordato da Money.it, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) promuove un aumento del prezzo del 10% come misura capace di ridurre il consumo del 4% nei Paesi ad alto reddito.

Un incremento di 5 euro a pacchetto porterebbe, secondo gli oncologi dell’AIOM citati da Quotidiano Sanità, a un calo dei consumi fino al 35-40%, soprattutto tra i giovani e le fasce di reddito medio-basso.

Gli esperti stimano inoltre entrate aggiuntive di circa 12 miliardi di euro l’anno, da destinare a un “Fondo Salute e Ricerca” per finanziare programmi di prevenzione e di disassuefazione dal fumo.

Il principio alla base è quello del “chi inquina paga”, sancito dall’articolo 191 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, applicato qui in chiave sanitaria.

Le criticità: rischio contrabbando e mercato nero

Non mancano tuttavia le criticità. Le associazioni dei tabaccai e diversi economisti, intervistati da TGCOM24, avvertono che un aumento così netto potrebbe incentivare il mercato nero e il contrabbando, fenomeni già diffusi nei Paesi con accise elevate. In Italia, il commercio illecito rappresenta oggi circa il 5% del mercato complessivo.

Gli esperti di politica sanitaria sottolineano però che gli effetti positivi, in termini di salute pubblica, sarebbero di gran lunga superiori ai rischi, a patto che la misura venga accompagnata da politiche di controllo e di supporto alla cessazione, come programmi di counselling e terapie sostitutive della nicotina.

 

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