21 Nov, 2025 - 18:00

Condono edilizio 2026: grosso guaio al Sud per la Campania. Arriva la doppia sanatoria con vincoli ridotti

Condono edilizio 2026: grosso guaio al Sud per la Campania. Arriva la doppia sanatoria con vincoli ridotti

Com’è possibile che l’Italia torni a discutere di un nuovo condono edilizio previsto per il 2026, mentre tre precedenti sanatorie (Legge 47/1985, Legge 724/1994 e Legge 326/2003) non hanno ancora chiuso le loro ferite urbanistiche? E soprattutto: è realistico ipotizzare un condono a carattere nazionale che, pur estendendosi a tutto il territorio, avrebbe effetti particolarmente rilevanti sulla Campania? Secondo diverse ricostruzioni, una misura del genere potrebbe rivelarsi problematica per l’attuale maggioranza.

La tensione normativa finisce così per intrecciarsi con quella economica. Un nuovo condono, soprattutto se strutturato su un doppio binario e con vincoli sensibilmente ridotti, potrebbe produrre effetti immediati su una platea molto ampia di immobili, secondo le prime ipotesi politiche. Oppure rischiare di essere rapidamente etichettato come un provvedimento da ricalibrare attraverso futuri decreti attuativi.

Nel frattempo, la legge di Bilancio 2026 è ancora in fase di definizione e cresce l’esigenza di spostare più avanti il confine tra sostenibilità finanziaria e risorse effettivamente disponibili.

Condono edilizio 2026: doppia sanatoria in arrivo, vincoli al minimo. Ecco cosa cambierà davvero

A gennaio potrebbe entrare in vigore, se approvata, una nuova sanatoria edilizia ricalibrata sul modello del cosiddetto terzo condono previsto dalla Legge 326/2003. Le anticipazioni delle ultime settimane confermano che la proposta non riguarderebbe solo la Campania, ma l’intero territorio nazionale, come riportato da ANSA e dalle ricostruzioni del Sole 24 Ore.

La prima novità riguarda la regolarizzazione degli abusi edilizi realizzati entro il 31 marzo 2003. L’emendamento presentato da Fratelli d’Italia alla manovra 2026 punta ad aprire una nuova finestra di adesione, considerando che diverse regioni, tra cui la Campania, non avevano applicato pienamente la misura venti anni fa, lasciando migliaia di pratiche sospese.

Il governo sta discutendo non solo l’approvazione della Manovra 2026, ma anche di una sanatoria straordinaria ispirata ai principi della Legge 47/1985, una delle norme più ampie mai adottate in materia edilizia.

Secondo le ipotesi in circolazione, questa nuova finestra potrebbe consentire la regolarizzazione anche di interventi più recenti, purché siano realizzi entro una data limite ancora da definire. Alcune proposte si spingono fino al 2025, purché senza aumenti volumetrici significativi.

Un meccanismo di “condono doppio” amplierebbe in modo considerevole la platea dei potenziali beneficiari, superando di gran lunga i livelli di adesione dei condoni storici.

Perché si parla di vincoli ridotti e cosa c'entra la Campania 

La discussione nasce dalla proposta di intervenire su normativa, vincoli e criteri storici applicati nelle precedenti sanatorie. Il nodo principale emerge confrontando gli attuali orientamenti con i condoni degli anni Ottanta e Novanta, legati alle Leggi 47/1985 e 724/1994, quando le limitazioni erano molto rigide. Allora, l’esclusione delle aree soggette a vincolo, l’obbligo di piena conformità urbanistica e le demolizioni automatiche in presenza di vincoli paesaggistici rappresentavano barriere difficili da superare.

Secondo le anticipazioni, le criticità delle passate sanatorie verrebbero affrontate introducendo:

  • maggiore flessibilità per le difformità considerate minori;

  • valutazione caso per caso nelle zone a rischio, come ricordato dal vicepremier Antonio Tajani nelle dichiarazioni riportate da ANSA;

  • possibile riduzione dell’oblazione, cioè l’importo da versare per regolarizzare l’abuso;

  • più autonomia per le regioni, che potrebbero recepire e modulare la misura attraverso leggi regionali.

Per quanto riguarda la Campania, nei giorni in cui l’emendamento è stato al centro del dibattito politico, la regione è tornata simbolo delle irregolarità edilizie rimaste irrisolte. Le nuove misure puntano però a evitare approcci frammentati e a riportare il tutto in un quadro nazionale organico, come evidenziato dagli approfondimenti del Sole 24 Ore.

Il dibattito resta aperto. Tra esigenze di realismo amministrativo e il timore di inviare un messaggio culturale rischioso, il nuovo condono appare come uno dei temi più delicati della prossima stagione legislativa.

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