L’intervista rilasciata da Moni Ovadia a Tag24 offre una lettura critica e articolata del conflitto in Ucraina e delle dinamiche geopolitiche che lo hanno accompagnato. Le sue riflessioni spaziano dai negoziati falliti ai rapporti tra Stati Uniti, Europa e Russia, fino al ruolo della Nato e alle prospettive di una pace possibile.
Moni Ovadia, in un'intervista a Tag24, ha espresso una visione critica dell'origine e dello sviluppo della guerra in Ucraina. Ovadia ritiene che la guerra potesse essere evitata. Ha ricordato i negoziati avvenuti nel 2022 a Istanbul, affermando che il conflitto “poteva risolversi prima o perlomeno nei suoi propri inizi”.
Parlando del piano per la pace proposto dagli Stati Uniti per porre fine allo scontro, ha però affermato che questi termini sono ragionevoli considerando l'attuale situazione sul campo.
Sebbene continuino le discussioni sul piano di 28 punti, inizialmente il presidente americano, Donald Trump, aveva lanciato un ultimatum al suo omologo Volodymyr Zelensky per accettare quelle condizioni entro il 27 novembre, affermando che altrimenti rischiava di perdere il supporto militare degli Stati Uniti.
Ovadia ha parlato anche dell'allargamento della Nato, del periodo iniziato con le manifestazioni di Piazza Maidan in Ucraina del 2014 e del ruolo dell'Europa. Ovadia ha evidenziato la responsabilità del vecchio continente criticando l’incapacità di agire della sua classe dirigente.
Ovadia ha parlato anche del presidente russo Vladimir Putin e lo ha definito “un grandissimo statista” e “un uomo duro”, capace di resistere a pressioni esterne. Ha aggiunto:
Infine, invita a riflettere sul detto latino “Si vis pacem, para pacem” ("Se vuoi la pace, prepara la pace") piuttosto che la guerra, rimarcando il declino dell’Occidente e l’ipocrisia dei potenti che fingono di volere la pace mentre continuano a fomentare conflitti e guerre.
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