24 Nov, 2025 - 16:31

Caso Resinovich, nuovo testimone rivela: "Liliana mi chiese due sacchi neri, ho mantenuto il segreto"

Caso Resinovich, nuovo testimone rivela: "Liliana mi chiese due sacchi neri, ho mantenuto il segreto"

Si continua a parlare del caso di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata senza vita ventidue giorni più tardi nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico "San Giovanni" di Trieste, non lontano dal luogo in cui era stata avvistata per l'ultima volta.

L'unico indagato con l'ipotesi di omicidio è al momento il marito, Sebastiano Visintin, che si è sempre dichiarato innocente. Gli accertamenti sono ancora in corso. Nelle ultime ore, però, è emersa una testimonianza che potrebbe aggiungere un tassello significativo alla vicenda. 

Chi è e cosa ha detto il nuovo testimone del caso Resinovich

Il nuovo testimone è Alfonso Buonocore, ex titolare di una pizzeria di Trieste spesso frequentata da Liliana e dal marito. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Piccolo, l'uomo avrebbe raccontato di aver incontrato la 63enne in due occasioni, pochi mesi prima della scomparsa.

La prima volta, mentre stava portando via dei sacchi dell'immondizia dal locale, Liliana gli avrebbe chiesto se poteva vendergliene uno simile. "L'ho recuperato e lei lo ha messo in borsa prima che arrivasse il marito, che stava parcheggiando", le sue parole.

Il giorno successivo, la donna sarebbe tornata per chiederne un secondo: Buonocore l'avrebbe fatta entrare in pizzeria per proteggerla dal freddo, offrendole un caffè e consegnandole un secondo sacchetto.

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Voleva pagarmi 50 centesimi, ma le dissi che li avrei messi in conto a Sebastiano,

ha aggiunto. A quel punto, Liliana avrebbe pregato il ristoratore di non parlarne con nessuno. Egli avrebbe deciso di rompere il silenzio solo ora, su consiglio di un amico carabiniere. L'audio, registrato dallo stesso Visintin nella sua casa di via Verrocchio, sarà consegnato agli inquirenti. 

Nel video pubblicato dal quotidiano "Il Piccolo", l'audio in cui il titolare della pizzeria racconta a Sebastiano i dettagli degli incontri con Liliana. 

Le indagini sul marito Sebastiano Visintin e il ricorso in Cassazione

Le indagini sulla morte di Liliana vanno avanti. Visintin, che è l'unico indagato, continua a dirsi estraneo ai fatti. Recentemente, i suoi legali, Paolo e Alice Bevilacqua, hanno presentato un ricorso in Cassazione, chiedendo lo svolgimento di una terza perizia "super partes" per fugare i dubbi rimasti.

La Corte ha detto "no". Si procederà quindi con gli accertamenti già in corso: esami genetici, dattiloscopici e di altro tipo riguardanti una serie di oggetti rinvenuti sulla scena del crimine e altri sequestrati proprio all'uomo, tra i quali alcuni coltelli. Fondamentali poi gli esiti dell'analisi sui video della GoPro che Visintin avrebbe usato il 14 dicembre.

La scomparsa, poi il misterioso ritrovamento:  la storia

Quel giorno, Liliana uscì di casa per recarsi in un negozio di telefonia. Più tardi avrebbe dovuto incontrare l'amico Claudio Sterpin, con cui intratteneva - secondo quanto ricostruito dopo - una relazione extraconiugale. 

Le immagini di alcune telecamere l'hanno ripresa mentre butta la spazzatura e si incammina verso il luogo dell'appuntamento. Luogo in cui non sarebbe mai arrivata.

Dopo il ritrovamento del suo cadavere, avvolto in due grandi sacchi neri, con la testa in due sacchetti più piccoli, gli inquirenti ipotizzarono che si fosse suicidata. Poi, su richiesta dei familiari, sono iniziate nuove indagini e l'ipotesi di reato si è trasformata in omicidio.

Una perizia della dottoressa Cristina Cattaneo è arrivata alla conclusione che la donna fu "picchiata" e poi uccisa. Ma c'è ancora chi ritiene che siano tanti gli elementi da chiarire. 

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