Lo strano caso dei mutui a tassi bassi in Italia sembra quasi un cortocircuito rispetto al resto d’Europa. Ma è davvero così? È possibile che, proprio oggi, il mercato italiano stia offrendo condizioni tra le più favorevoli del continente?
In un contesto economico incerto, molti cittadini si trovano davanti a proposte di finanziamento sorprendentemente “leggere”: tassi più contenuti e rate più agevoli, un apparente paradosso se confrontato con gli aumenti registrati in diversi Paesi europei. Non stupisce quindi che qualcuno ipotizzi un “ordine di scuderia” volto a facilitare la concessione dei prestiti.
La realtà, però, è più semplice: questa finestra favorevole è resa possibile anche dal quadro normativo italiano. Il Testo Unico Bancario (D.Lgs. 385/1993) garantisce trasparenza e correttezza nei rapporti con i clienti, mentre la Legge 108/1996 fissa i limiti ai tassi usurari, assicurando condizioni proporzionate e tutelate. Un sistema che contribuisce a mantenere le offerte attuali particolarmente vantaggiose per chi vuole acquistare casa.
Secondo quanto riportato da ANDAE sulla base dei dati della European Mortgage Federation, l’Italia si colloca oggi tra i Paesi europei con i tassi medi più contenuti. Nel secondo trimestre del 2025, infatti, il tasso medio sui nuovi mutui (TAN) si è attestato intorno al 3,19%, un valore estremamente competitivo nel panorama europeo.
La concessione dei mutui, però, non è un meccanismo lineare. È un po’ come riempire un secchio bucato: anche se si continua ad aggiungere acqua, non tutto arriva dove dovrebbe. Un’immagine semplice per descrivere le molte variabili che incidono sulla scelta del mutuo - variabili che non si limitano alla distinzione tra tasso fisso e variabile. Spesso tassi e rate non coincidono con le esigenze reali delle famiglie.
Il confronto con il resto d’Europa rende ancora più evidente la particolarità del caso italiano. Nello stesso periodo, diversi Paesi dell’Est Europa registrano tassi medi che superano il 6% (Polonia, Ungheria, Romania), mentre nell’Europa occidentale Francia, Belgio e Spagna presentano condizioni simili o leggermente più favorevoli dell’Italia. In sostanza, il nostro Paese si colloca stabilmente nella fascia alta dei mercati più convenienti.
Uno scarto tutt’altro che irrilevante: si traduce in rate mensili più leggere per gli italiani, soprattutto per chi sceglie durate oltre i 20 anni.
A confermare il dinamismo del settore intervengono anche i dati di Facile.it: nei primi nove mesi del 2025 le richieste di mutui sono aumentate del 16,4%, mentre l’importo medio richiesto è cresciuto del 4,3%. Il mercato italiano, dunque, non solo offre condizioni più favorevoli della media europea, ma sta registrando anche un rinnovato interesse da parte delle famiglie.
Tassi bassi e condizioni più favorevoli non sono il risultato di nuove norme, ma l’effetto combinato di vari fattori che, agendo insieme, hanno generato un contesto sorprendentemente vantaggioso per le famiglie italiane.
Il primo elemento riguarda la politica monetaria. L’allentamento della stretta sui tassi da parte della Banca Centrale Europea - con più tagli tra fine 2024 e il 2025 - ha ridotto sensibilmente i costi di approvvigionamento delle banche. Venuta meno la pressione sui tassi, gli istituti di credito hanno recuperato margini per proporre mutui a condizioni più contenute rispetto a qualche anno fa.
Il secondo fattore è legato alle strategie commerciali delle banche. Come rilevato da Mutuionline e da Il Sole 24 Ore, gli istituti italiani competono in modo particolarmente aggressivo sull’acquisizione di nuovi clienti. Le migliori offerte sui mutui a tasso fisso ventennali si collocano oggi in un intervallo indicativo compreso tra 3,10% e 3,50% (TAN), un livello impensabile fino a poco tempo fa.
Un ruolo determinante lo svolge anche la normativa italiana, che favorisce trasparenza e concorrenza. La possibilità di ricorrere alla surroga del mutuo senza costi gravosi permette ai clienti di migrare con facilità verso condizioni migliori, aumentando la pressione competitiva sulle banche.
Infine, contribuisce alla sostenibilità delle rate l’estensione delle durate medie. Secondo i dati di Facile.it, nei primi mesi del 2025 molte richieste di mutuo hanno superato i 25 anni di durata. Piani di ammortamento più lunghi alleggeriscono le rate nel breve periodo, rendendo il mutuo più accessibile per un numero crescente di famiglie.
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