I nuovi dati INPS sbrogliano la "matassa" del lavoro agricolo e svelano un settore in profonda evoluzione. Altro che declino o svendita: il comparto è più dinamico e articolato di quanto sembri. L'analisi dell'Istituto fotografa con precisione lo stato del lavoro rurale, evidenziando in particolare l'aumento di stagionali e giovani e il peso crescente del clima sulle assunzioni.
L’Osservatorio INPS ha pubblicato i dati sul lavoro agricolo nel 2024, fornendo un resoconto dettagliato di un comparto in evoluzione e regolato da specifiche norme previdenziali. Questo aggiornamento traccia una rotta chiara e permette di leggere le dinamiche occupazionali, retributive e le trasformazioni profonde del mercato agricolo.
Secondo il nuovo report, il comparto agricolo nel 2024 mostra dinamiche contrastanti. Aumentano gli occupati nelle filiere dell’ortofrutta e nelle lavorazioni stagionali, mentre si registra un rallentamento nei settori tradizionalmente più stabili. È un riassetto dettato dalle nuove esigenze del mercato e dall'impatto dei cambiamenti climatici sulle coltivazioni.
L'INPS rileva un incremento degli operai agricoli a tempo determinato (OTD), una tipologia di lavoro particolarmente esposta alle oscillazioni stagionali e, in modo cruciale, alle variabilità climatiche. La crescita è più significativa nelle regioni del Centro-Sud, dove le lavorazioni stagionali hanno registrato una domanda superiore rispetto all’anno precedente.
Sul fronte della stabilità, gli operai agricoli a tempo indeterminato (OTI) restano complessivamente stabili, pur con differenze evidenti tra piccole aziende e imprese più strutturate.
L’analisi dell’INPS mostra un aumento delle giornate lavorate pro capite, soprattutto nelle coltivazioni stagionali: un indicatore della maggiore continuità richiesta alle squadre di lavoratori. In parallelo, si registra anche un lieve incremento delle retribuzioni medie, effetto dei rinnovi contrattuali e dell’adeguamento dei minimi salariali agricoli.
Ne emerge un miglioramento della stabilità dei rapporti: si registra meno frammentazione delle giornate, un uso più razionale dei contratti e un maggior controllo sulla gestione del lavoro stagionale, supportato anche dalle attività ispettive.
Uno dei segnali più interessanti riguarda l’aumento degli under 40, presenti soprattutto nelle nuove filiere che richiedono competenze specifiche:
Le filiere più innovative sono anche quelle che valorizzano maggiormente la forza lavoro qualificata, con un impatto diretto sulla produttività e sulla capacità di attrarre nuove competenze.
Il quadro tracciato dall’INPS è fortemente diversificato a livello territoriale:
Nel Mezzogiorno, gli interventi contro il lavoro nero hanno prodotto gli effetti più evidenti, soprattutto in termini di registrazione delle giornate utili ai fini previdenziali.
Agricoltura e trasformazione digitale: i segnali del 2024
Il report INPS evidenzia anche l’avanzare della digitalizzazione nel settore: sistemi di tracciabilità, agricoltura di precisione, sensori IoT e gestione intelligente dei processi produttivi. Una trasformazione ancora non uniforme, ma già capace di generare nuove professionalità.
Le figure più richieste includono:
La digitalizzazione rappresenta un asse strategico per l’occupazione futura e uno dei motori principali del riposizionamento del settore agricolo italiano.
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