27 Nov, 2025 - 13:38

Patente ritirata all’assessora di Giani: in Toscana esplode il caso, il presidente tace

Patente ritirata all’assessora di Giani: in Toscana esplode il caso, il presidente tace

La vicenda del ritiro della patente all’assessore alla Cultura della Regione Toscana, Cristina Manetti, continua ad animare il dibattito politico, creando non poco imbarazzo nel Partito Democratico, tanto a livello regionale quanto a livello nazionale.

Il clamore nasce dal coinvolgimento diretto nella questione del presidente della Regione, Eugenio Giani, che sarebbe intervenuto personalmente per evitare la sospensione della patente della sua assessora – già sua capo di gabinetto nella precedente legislatura – sorpresa mentre percorreva in autostrada la corsia di emergenza per “eludere la coda dovuta all’intenso traffico”.

Secondo quanto confermato ieri dal Viminale, in risposta a un’interrogazione presentata dall’onorevole Chiara La Porta, Giani avrebbe raggiunto la Manetti direttamente sul luogo del fermo per poi accompagnarla in prefettura, dove l’assessora avrebbe chiesto informazioni sulle possibilità di ricorso contro le sanzioni ricevute. Per la violazione, infatti, alla Manetti è stata comminata una multa di 430 euro, la decurtazione di 10 punti e la sospensione della patente per due mesi.

Il caso Manetti e l’intervento diretto di Giani

I fatti risalgono allo scorso 13 ottobre, quando Cristina Manetti, già capo di gabinetto nella prima presidenza Giani e oggi assessore alla Cultura della Regione Toscana, viene fermata dalla Polizia Stradale sull’autostrada A11.

Secondo quanto riportato nel verbale, l’assessora ha imboccato la corsia di emergenza per superare la coda dovuta al traffico. Una volta fermata, Manetti sostiene di aver avuto “un giramento di testa dovuto a un abbassamento di pressione” e di aver utilizzato la corsia di emergenza solo per accostare in sicurezza, richiedendo poi l’intervento di un’ambulanza, che effettivamente arriva sul posto.

Il personale sanitario, però, non è l’unico a intervenire. Poco dopo sopraggiungono sulla A11 anche due auto con a bordo il presidente della Regione, Eugenio Giani, e il consigliere regionale Alessio Spinelli. I due si informano sull’accaduto, verificano le condizioni dell’assessora e si interessano alle procedure per un eventuale ricorso, prendendo infine in consegna l’auto della Manetti.

L’intervento del presidente non si conclude lì. Nello stesso giorno, Giani accompagna personalmente l’assessora in prefettura, dove la Manetti chiede – e ottiene – di essere ricevuta dal prefetto per ottenere “delucidazioni sull’iter di applicazione della sanzione accessoria”.

Le critiche delle opposizioni

La ricostruzione dei fatti, emersa dalla risposta del Viminale a un’interrogazione parlamentare della deputata Chiara La Porta – la prima a sollevare il caso – fa esplodere lo scontro politico. Nemmeno la scelta dell’assessora Manetti di ritirare il ricorso al giudice di pace e di pagare la sanzione da 400 euro, dopo la decisione della prefettura di sospenderle la patente per due mesi, è riuscita infatti in alcun modo ad arginare le polemiche sul sospetto di una possibile ‘corsia preferenziale’ tentata per evitare la sanzione.  

E adesso il Presidente Giani come giustifica che, il giorno delle elezioni, è andato di persona dalla Polizia Stradale e dal prefetto in sostegno alla sua capo di gabinetto, oggi assessore Cristina Manetti, che era stata beccata a fare la furbetta in corsia d’emergenza per saltare la coda?” ha scritto la deputata toscana La Porta sui social, accusando apertamente il governatore del suo intervento diretto nella vicenda.

Sulla stessa linea anche Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, sfidante di Giani alle scorse regionali e oggi portavoce dell’opposizione nell’Assemblea toscana: “La politica deve dare il buon esempio… qui mi sembra che siamo molto lontani dal farlo. In questa vicenda inopportuna manca del tutto quella trasparenza sbandierata al primo punto dell’accordo Pd–5Stelle”.

Il silenzio di Giani e del Pd

Dal Partito Democratico non è arrivato alcun commento. Lo stesso Giani si è limitato a far sapere che l’incontro con il prefetto fosse “programmato da tempo” e quindi di natura istituzionale.

 Un’affermazione che, però, al momento non risulta verificata e che in ogni caso non chiarisce il nodo centrale: l’opportunità per il presidente della Regione di intervenire personalmente presso il prefetto in merito alla sospensione della patente di un componente della propria giunta. Incalzato da opposizioni e stampa, si attende ora un commento più chiaro del presidente sulla faccenda.

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