La Nato potrebbe attaccare la Russia in risposta all’intensificarsi degli attacchi ibridi lanciati contro gli Stati UE negli ultimi mesi.
I vertici militari e politici del Patto Atlantico starebbero valutando seriamente la possibilità di sferrare un attacco preventivo contro Mosca per ‘difendersi’ in maniera più efficace dalla crescente aggressività di Vladimir Putin.
Ad affermarlo, dalle colonne del Financial Times, è l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, capo del Comitato Militare della Nato in un’intervista che promette di far discutere.
Secondo l’ammiraglio italiano, un attacco preventivo potrebbe essere utilizzato a scopo di deterrenza, ovvero, utilizzare la forza per scoraggiare ulteriori azioni ostili da parte della Russia.
Al momento si tratterebbe solo una delle ipotesi al vaglio della Nato che, tuttavia, reca con sè molte incognite: chi lo farà, cosa si intende in concreto per attacco preventivo e soprattutto quale potrebbe essere la reazione della Russia se attaccata dalla Nato.
L’Europa deve difendersi dalla minaccia russa al di là di quello che sarà l’epilogo del conflitto ucraino. E’ questa la convinzione dei vertici Nato e UE, avvalorata dai numerosi attacchi ibridi subiti dagli Stati UE. Attacchi attribuiti a Mosca ma mai rivendicati da quest' ultima.
Negli ultimi mesi i droni russi sono stati considerati responsabili della violazione dello spazio aereo di Polonia e Romania, mentre droni non identificati hanno danneggiato aeroporti e installazioni militari in tutta Europa.
Altri esempi della presunta guerra ibrida in corso tra Russia e UE riguardano le interferenze GPS, incursioni di aerei e navi militari russe e il danneggiamento su una linea ferroviaria in Polonia.
In un’intervista rilasciata al Financial Times, il principale quotidiano inglese, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, numero uno del Comitato Militare della Nato, ha spiegato che:
Dragone ha chiarito che si sta "valutando di agire in modo più aggressivo e preventivo, piuttosto che reagire".
Nell’intervista Dragone rivela che alcuni diplomatici, soprattutto provenienti dai paesi dell'Europa orientale, avrebbero chiesto all'Alleanza di smettere di limitarsi a "reagire" e di contrattaccare.
Secondo l'ammiraglio italiano, un "attacco preventivo" può essere considerato un'"azione difensiva" in quanto finalizzata a scoraggiare ulteriori azioni ostili da parte della Russia. Tuttavia, Dragone ha chiarito anche che “questo va oltre il nostro solito modo di pensare e di comportarci".
Il Financial Times ha poi citato la missione Baltic Sentry della Nato, che pattuglia il Mar Baltico e ha impedito il ripetersi di incidenti dovuti al taglio dei cavi.
ha commentato Dragone.
L’ipotesi di interventi più aggressivi nei confronti della Russia, tuttavia, comporta una serie di problemi e incognite. I primi riguardano principalmente il chi e il come.
Si chiede Dragone. Nell’intervista, infine, non si entra nel merito di cosa si intenda nello specifico per attacco preventivo.
La seconda serie di interrogativi riguarda la fattibilità di una simile strategia. L’ammiraglio Cavo Dragone ha ammesso che uno dei problemi è che i paesi della Nato hanno "molti più vincoli rispetto ai nostri avversari, a causa di etica, leggi e giurisdizione".
ha valutato l'ammiraglio.
L’ipotesi di un cambio di strategia della Nato in risposta agli attacchi ibridi della Russia solleva anche interrogativi cruciali sulla reazione del Cremlino.
Il governo di Mosca ha ribadito più volte che in caso di attacco o minacce non esiterebbe a reagire con fermezza.
La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova ha avvertito che qualsiasi aggressione verrebbe respinta "con tutti i mezzi disponibili”, dando la priorità a misure di sicurezza ai confini. Mosca, infine, ha in più occasioni paventato la minaccia nucleare in caso di necessità.
Secondo il presidente russo Vladimir Putin, la Russia deve “essere pronta a tutto” se la NATO entra in conflitto con Mosca. In caso di attacco vero e proprio, Mosca potrebbe organizzare contrattacchi, probabilmente su scala regionale o strategica, come dimostrazione di forza.
Spett.le Redazione, chiedo venia se mi permetto di commentare l'articolo dalla Sig.ra Esposito, ma non ho resistito ! Ho 59 anni, sono il 5 figlio di una normalissima famiglia italiana, mio padre, nato nel 1917 finì il militare di leva nel 1938, l'anno successivo fu chiamato alle armi, servì fino al 1946, anno in cui fu congedato, fu ferito due volte, una sul fronte francese ed una a Caserta sul finire della guerra. Vorrei dire all'Amm. Dragone, quello che in tutte le fotografie fa bella mostra di quella accozzaglia di mostrine, ricevute non si sa bene per quali meriti militari, che le sue ultime affermazioni frebbero rivoltare nella tomba, non solo mio padre, che ebbe la fortuna di tornare a casa dopo 7 anni di guerra, ma tutti coloro che a casa non tornaro ! Richiamare ad intraprendere operazioni militari "preventive" come da sue parole è a mio modesto giudizio un'azione sconsiderata ed irresponsabile, perche non considera ciò che realmente sarebbero le conseguenze: violenza, morte, dolore, sofferenza, stenti ecc ..ecc..cose di cui mio padre faceva fatica a parlarne, perche gl'occhi si chiudevano ed iniziavano a lacrimare !!!! In conclusione è, sempre a mio modesto parere, un uomo inadeguato ed impreparato , per definirlo meglio ed usare una frase non mia "la sua ambizione ha superato il suo talento " Ringrazio per l'opportunita e porgo cordiali saluti, Alberto
Certo, proseguiamo così a darci martellate sugli zebedei!!! Dritti fino alla distruzione dell'Europa per le manie di grandezza di mezza dozzina di pseudo leader
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