È morto a soli 15 anni, dopo nove giorni di agonia, a causa di una presunta intossicazione alimentare. Luca Piscopo aveva mangiato in un ristorante "All you can eat" di sushi nel quartiere Vomero di Napoli, insieme a quattro amiche: la sera aveva iniziato a sentirsi male, fino al decesso.
Oggi, 2 dicembre 2025, nel giorno del quarto anniversario della sua scomparsa, è arrivata la sentenza di primo grado nel processo in cui sono imputati il titolare del ristorante e il medico di base del giovane.
Uno di loro è stato condannato.
Luca Piscopo aveva accusato disturbi gastrointestinali come febbre, vomito e diarrea dal 23 novembre 2021: una sofferenza durata diversi giorni, fino al decesso il 2 dicembre, a causa di una miocardite presumibilmente legata alla salmonellosi.
Sul registro degli indagati erano stati iscritti il titolare del ristorante "all you can eat", un cittadino cinese, e il medico di famiglia, che aveva curato Luca con antibiotici. A entrambi è stato contestato il reato di omicidio colposo. Per il ristoratore anche violazioni in materia di igiene e conservazione di alimenti.
Nel pomeriggio di oggi è arrivata la sentenza di primo grado dal Tribunale di Napoli. Il giudice monocratico Giuliana Taglialatela ha condannato il ristoratore a 2 anni e 6 mesi di reclusione, con l'obbligo di risarcire le parti civili. Il medico di famiglia è stato invece assolto per insufficienza di prove sul suo ruolo nella vicenda.
Secondo la Procura di Napoli, la miocardite che ha provocato la morte di Luca sarebbe collegata alla salmonellosi contratta insieme con le sue amiche, dopo avere mangiato nel locale del quartiere Vomero.
Anche le ragazze erano state male: avevano poi effettuato degli esami, da cui era emersa l'infezione. Luca, purtroppo, ha avuto la peggio.
Sempre secondo la pm Luca si sarebbe potuto salvare se fosse stato curato in tempo. La sua morte aveva provocato un'ondata di commozione: il 15enne era molto conosciuto nel quartiere Soccavo, dove la famiglia è titolare di una storica gioielleria.
Il pm Federica D'Amodio aveva richiesto 3 anni per il ristoratore e 1 anno e 8 mesi per il medico, evidenziando ritardi curativi e negligenze sanitarie.
In aula erano presenti i genitori Maria Rosaria e Antonio Piscopo, la sorella e gli amici del ragazzo, visibilmente provati. La madre ha espresso dolore e delusione per la sentenza.
ha dichiarato, come riporta Il Corriere della Sera. La donna ha sottolineato che in quei giorni di sofferenze Luca aveva perso dieci chili, ma che il medico
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