Il decreto Valditara sull’educazione sessuale a scuola è stato approvato oggi – mercoledì 3 dicembre 2025 - dopo settimane di accese discussioni e polemiche tra governo, opposizioni e società civile.
La riforma introduce nuove regole sul consenso informato e modifica alcune modalità di svolgimento dei percorsi di educazione sessuale e affettiva nelle scuole italiane, con l’obiettivo dichiarato di tutelare il ruolo delle famiglie e rimodulare i contenuti educativi.
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha difeso con forza la normativa, che tuttavia ha suscitato reazioni molto critiche e scontri anche in aula parlamentare.
Il ddl Valditara è passato alla Camera con 151 voti a favore, 113 contrari e 1 astenuto, il deputato di Forza Italia Paolo Emilio Russo. Il testo adesso passa al Senato per l'approvazione definitiva.
La principale novità del decreto riguarda l’introduzione dell’obbligo del consenso informato da parte delle famiglie o degli studenti maggiorenni per partecipare ad attività extracurricolari e ampliamenti dell’offerta formativa che trattano temi sessuali.
Inoltre, è stato approvato anche un emendamento che vieta il coinvolgimento di figure esterne nella conduzione di questi percorsi fino alla scuola secondaria di primo grado, estendendo restrizioni già previste per l’infanzia e la scuola primaria.
In sintesi il disegno di legge appena approvato prevede il consenso informato preventivo, in forma scritta, dei genitori o degli studenti, se maggiorenni. In caso di mancata adesione alle attività, gli istituti scolastici dovranno organizzare e mettere a disposizione attività formative alternative.
I programmi di educazione sessuale rimangono comunque presenti nei programmi scolastici, ma con un’enfasi rafforzata su valori come il rispetto reciproco, l’empatia affettiva e il contrasto alla violenza di genere, in linea con le indicazioni nazionali riviste dal ministero.

Nonostante le rassicurazioni del ministro, il decreto Valditara ha scatenato una forte opposizione da parte di vari partiti politici, associazioni e operatori della scuola che denunciano un arretramento sui diritti, un oscurantismo culturale e un rischio per la salute psicofisica dei giovani.
Le critiche si concentrano soprattutto sul divieto di uso di docenti o esperti esterni nelle scuole fino alle medie e sull’obbligo del consenso preventivo scritto, che secondo i detrattori rischia di privare molti studenti di informazioni fondamentali e di tutelare eccessivamente posizioni ideologiche o culturali della famiglia a scapito dell’autonomia educativa.
Ha accusato la segretaria del PD, Elly Schlein, che ha preso parte al flash-mob di protesta organizzato dalle opposizioni dopo l’approvazione del decreto.
La materia rimane dunque nodo irrisolto di un dibattito più ampio su educazione, diritti e ruolo della scuola in Italia.
Il ministro Giuseppe Valditara ha rivendicato con fermezza che il decreto non vieta affatto l’educazione sessuale a scuola, ma punta a un’educazione alle relazioni, al rispetto e all’empatia, alla vera affettività.
In diversi interventi pubblici, ha sottolineato che le lezioni sull’anatomia, lo sviluppo puberale, i rischi delle malattie sessualmente trasmesse e la prevenzione sono obbligatorie e conformi ai programmi scolastici nazionali.
Valditara ha inoltre respinto le accuse dell’opposizione di voler censurare o bloccare l’educazione sessuale, affermando che nel ddl non c’è nulla che impedisca la lotta contro i femminicidi o che limiti la sensibilizzazione sulla violenza di genere.
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