La proposta è arrivata come un fulmine a ciel sereno e ha immediatamente spaccato il panorama politico.
Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha rilanciato l’idea di un mini-indulto di Natale destinato ai detenuti modello ormai prossimi alla fine della pena. Un gesto di clemenza “degli affetti”, come lo ha definito lui stesso, che consentirebbe a chi è a poche settimane dall’uscita di trascorrere le festività con la propria famiglia.
Una misura simbolica ma anche funzionale, che risponderebbe — seppur in minima parte — al drammatico problema del sovraffollamento carcerario.
Lo aveva proposto martedì sera alla presentazione del libro denuncia di Gianni Alemanno e Fabio Falbo “L’emergenza negata” sul sovraffollamento delle carceri italiane. Lo ha ribadito in queste ore ai microfoni dei giornalisti in Transatlantico al Senato.
Una proposta coraggiosa che, come era prevedibile, sta dividendo soprattutto il centrodestra, mentre ha trovato una sponda nelle opposizioni, che - seppur con cautela - si sono dette d’accordo con la proposta della seconda carica dello Stato.
La Russa immagina un decreto urgente da approvare entro Natale per concedere una sorta di “uscita anticipata” esclusivamente a chi ha dimostrato buona condotta e sta per terminare il proprio percorso detentivo.
L’esempio portato dal presidente del Senato è semplice: un detenuto che deve uscire il 15 gennaio potrebbe lasciare il carcere già a Natale.
Restano esclusi tutti coloro che hanno commesso reati contro il personale penitenziario. Il provvedimento, nelle intenzioni del promotore, non sarebbe un’amnistia né un indulto generalizzato, ma un intervento mirato e temporaneo.
Così Ignazio La Russa ha spiegato la sua proposta di un mini svuota-carceri natalizio da cui, precisa, è escluso chi “ha commesso reati contro le forze di polizia penitenziaria".
La proposta del presidente del Senato, tuttavia, ha aperto un dibattito all’interno della maggioranza e anche all’interno del suo stesso partito.
Le sensibilità nel centrodestra sull’annosa questione dell’emergenza carceri hanno sempre avuto sfumature differenti. La proposta dovrebbe essere oggetto di un decreto urgente da portare in Parlamento per l’approvazione nei prossimi giorni.
Il deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, ha chiarito che quella del presidente La Russa è una proposta fatta a titolo personale e che non è la posizione ufficiale del partito.
Ha chiarito il responsabile dell’organizzazione di FdI che poi ha evidenziato come in passato provvedimenti analoghi non abbiano portato i risultati sperati.
Più possibilista, invece, la posizione di Forza Italia, la più garantista tra le forze di governo. Ai microfoni dell’inviato di Tag24.it, Francesco Fatone, il senatore Maurizio Gasparri si è detto favorevole a discutere della proposta.
Più fredda, infine, la reazione della Lega. Il deputato Rossano Sasso si è detto d’accordo ad aprire una riflessione soprattutto sulla funzione educativa della pena.
Presa in contropiede, l’opposizione apre con cautela alla proposta fatta dal presidente del Senato. Tra i più entusiasti gli esponenti di Italia Viva, che con Roberto Giachetti hanno depositato nel 2022 una proposta di legge per aumentare da 45 a 75 giorni ogni sei mesi lo sconto per buona condotta.
La senatrice renziana Raffaella Paita ha ribadito la disponibilità del partito a lavorare su un “testo condiviso per affrontare il dramma del sovraffollamento carcerario”.
Scrive su X.
Questa mattina a Sky TG24 ho ribadito la disponibilità di Italia Viva a lavorare su un testo condiviso per affrontare il dramma del sovraffollamento carcerario, partendo dalla proposta di legge del nostro Roberto Giachetti.
— Raffaella Paita (@raffaellapaita) December 3, 2025
Se davvero si vuole fare sul serio, gli strumenti ci… pic.twitter.com/tLfMYnUe76
Apre a una collaborazione anche Avs, con Elisabetta Piccolotti:
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