04 Dec, 2025 - 12:42

Il ritorno della leva? La Difesa vuole un bacino di riserva pronto a proteggere l’Italia: cosa ha detto Crosetto in Commissione

Il ritorno della leva? La Difesa vuole un bacino di riserva pronto a proteggere l’Italia: cosa ha detto Crosetto in Commissione

“Sono decenni che non ci occupiamo di tutte queste cose e ora bisogna correre”.

Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, questa mattina – giovedì 4 dicembre 2025 – in audizione congiunta in Commissione Difesa per la relazione sul Documento Programmatico Pluriennale della Difesa per il triennio 2025-2027.

Cielo, terra, mare e spazio: le minacce alla sicurezza nazionale sono molteplici e sempre meno convenzionali, richiedendo “cicli di adattamento rapidi e costanti”.

Nel suo intervento, Crosetto ha ribadito quanto già affermato in più occasioni: l’Italia e l’UE si trovano da tempo al centro di una guerra ibrida, e occorre agire con rapidità per rafforzare i sistemi a difesa delle infrastrutture critiche e della sicurezza dei cittadini.

La sicurezza nazionale, ha sottolineato il ministro, passa anche per le forze armate. Gran parte dell’audizione è stata infatti dedicata al tema del personale, con un focus sulla possibile introduzione di una leva volontaria.

Il ministro Crosetto non esclude la 'leva volontaria'

Crosetto non ha escluso la creazione di una leva volontaria destinata ad affiancare le forze armate professionali nelle nuove sfide quotidiane imposte dall’evoluzione delle minacce.

Ma ha spiegato più nel dettaglio cosa intendeva con le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi, ovvero: un cambiamento di paradigma che potrebbe prevedere anche l’inclusione di civili con competenze specialistiche attualmente assenti nelle forze armate. 

“Il cyberspazio è terreno di guerra quotidiana”. “La terza dimensione (lo spazio, ndr) è quella dalla quale attendersi la minaccia fisica”. La guerra è sempre più una “war of drones”, come è apparso sempre più evidente in questi quattro anni di guerra in Ucraina. 

All’inizio del suo intervento, Crosetto ha elencato tutte le nuove minacce alla sicurezza nazionale e ha indicato anche la riforma delle regole del personale come risposta necessaria:

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“Vanno aumentate le forze armate, ma va aumentata anche la qualità con professionalità che non si trovano attualmente al loro interno. Ho bisogno di strumenti che mi consentano di avere le risorse che sono necessarie per implementare alcune specificità, anche utilizzando dei civili”.

Il riferimento principale è ai professionisti della cyber-sicurezza, ormai pilastro della difesa dalla guerra ibrida. La leva volontaria consentirebbe di creare un bacino di riserva, "una riserva selezionata" pronta e formata, in grado di intervenire a supporto in caso di crisi o emergenze.

Droni, cyberspazio e scudo missilistico: le nuove frontiere della difesa nazionale

Nel Documento Programmatico Pluriennale della Difesa per il triennio 2025-2027 un elemento di primaria importanza è “dome nazionale”, ovvero, lo scudo spaziale di difesa missilistica e anti-drone di cui l’Italia dovrà dotarsi nei prossimi anni. 

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“E’ una difesa mai avuta e non più rinunciabile, che complessivamente assorbe investimenti 4,4 miliardi […] Stiamo definendo i sistemi necessari a completare l’architettura difensiva italiana, costruendo un sistema multi livello, resiliente, pienamente integrato con tutti gli alleati. Un sistema in grado di difendere – in futuro, purtroppo non adesso – il nostro territorio”.

Ha spiegato Crosetto, che poi si è soffermato a lungo anche sulla necessità di aggiornare e adeguare le strategia di difesa nazionali alle nuove sfide della cyber-sicurezza. Il comparto cyber ‘costituisce la spina dorsale della sicurezza nazionale’.

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“Oggi più che mai la sicurezza digitale non è un dominio separato se occorre creare il prima possibile una competenza cyber civile e militare per difendere infrastrutture critiche”.

Crosetto: “Sono decenni che non ci occupiamo di tutte queste cose e ora bisogna correre”

Il ministro Crosetto ha annunciato l’intenzione di portare in Parlamento – tra gennaio e febbraio 2026 – una proposta di legge per un ‘cambio di regole epocale’ per la costruzione della ‘nostra difesa futura’. Una sorta di legge quadro che deve essere il Parlamento a definire perché ‘non deve essere di parte’, ha chiarito.

Il ministro della difesa, infine, non ha risparmiato una critica all’Unione Europea e alla sua industria di difesa, definita frammentata e poco incisiva.

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“Serve una ‘prospettiva europea orientata alla costruzione di una difesa autentica. L’industria europea della difesa risente ancora una frammentazione assistiamo a inutili duplicazioni, egoismi, sprechi di risorse. Ciò che poteva sembrare accettabile prima del febbraio 2022 oggi non è più tollerabile. Per questo in Europa dobbiamo perseguire obiettivi chiari e concreto”.

 

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