11 Dec, 2025 - 14:47

Garlasco, chi c'era nella casa della nonna di Chiara la notte del delitto? Il giallo delle luci accese

Garlasco, chi c'era nella casa della nonna di Chiara la notte del delitto? Il giallo delle luci accese

A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, si torna a parlare di un dettaglio rimasto per anni marginale: quello relativo al racconto di alcuni vicini di casa della nonna della ragazza, Mariuccia Galli, secondo cui nella notte tra il 12 e il 13, le luci interne dell'abitazione dell'anziana - in teoria temporaneamente disabitata - sarebbero state accese. 

La casa (vuota) della nonna di Chiara e il racconto dei vicini

L'abitazione di Galli, situata a Gropello Cairoli, comune a pochi chilometri da Garlasco, avrebbe dovuto all'epoca essere vuota: l'anziana, infatti, si trovava in una struttura riabilitativa dopo un incidente stradale. Eppure almeno tre residenti della zona avrebbero notato le luci accese e un'auto parcheggiata sul davanti nella notte prima del delitto (collocato dalle sentenze passate in giudicato dopo le 9.12 del 13 agosto). Come se, appunto, vi fosse qualcuno. 

Il sopralluogo incompleto e i sospetti dopo tanti anni

Si trattava di segnalazioni rilevanti, soprattutto perché Marco Poggi, che occasionalmente era stato visto nella villetta, si trovava in quel momento in montagna in Trentino con i genitori. 

Tuttavia, gli investigatori del tempo non vi diedero particolare peso, limitandosi a controllare gli ambienti esterni dell'edificio, senza procedere con una verifica approfondita delle stanze interne.

Scelta che oggi solleva una serie di interrogativi: è possibile che qualcuno avesse trascorso lì la notte? Se sì, chi? Potrebbe essere coinvolto nell'omicidio di Chiara? Come? E perché?

Nel video in alto, la puntata dedicata dalla trasmissione Rai "Storie Italiane" al giallo delle luci accese a casa della nonna di Chiara Poggi a Gropello - 3 dicembre 2025.

A che punto sono le nuove indagini sull'omicidio

Dallo scorso marzo la Procura di Pavia ha iscritto nel registro degli indagati del nuovo fascicolo - aperto dopo diciotto anni dai fatti per omicidio in concorso - Andrea Sempio, amico di lunga data del fratello della vittima. 

Contro di lui, una serie di indizi, a partire dal Dna estratto dai margini ungueali della vittima, attribuito da diversi periti (per ultima Denise Albani, nominata dalla giudice e quindi super partes) alla sua linea paterna. 

Importanti, poi, secondo l'accusa, "l'impronta 33", repertata sul muro delle scale che portano alla cantina di casa Poggi, compatibile con il palmo destro di Sempio; le telefonate "anomale" che l'indagato fece nei giorni precedenti l'omicidio.

E lo scontrino del parcheggio di Vigevano che nel 2008 consegnò agli inquirenti per confermare la sua versione dei fatti (e cioè di aver trascorso la mattina del 13 fuori Garlasco).

Alibi che potrebbe essergli stato fornito da altri. Le indagini proseguono serrate e nel massimo riserbo. Per giovedì prossimo, 18 dicembre, è stata fissata intanto l'udienza conclusiva dell'incidente probatorio.

C'è chi si aspetta poi un rinvio a giudizio. Sempio continua a dichiararsi fin dall'inizio estraneo ai fatti e i suoi legali, Liborio Cataliotti e Angela Taccia, hanno affermato di recente di vederlo "tranquillo".

In carcere, con una condanna definitiva a 16 anni, resta Alberto Stasi, nel 2007 fidanzato della vittima, anch'egli sempre proclamatosi innocente e ormai quasi al fine pena. 

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