Giuseppe Conte ad Atreju si smarca da Elly Schlein e dal Pd mentre la segretaria dem si prepara a entrare nella fossa dei leoni, che paradossalmente non è il palco della kermesse di Fratelli d'Italia a Castel Sant'Angelo, bensì quella dell'Auditorium Antonianum, dove si svolgerà l'assemblea nazionale del suo stesso partito.
A differenza del leader M5S, Elly Schlein ha declinato anche quest'anno l'invito ad Atreju a cui avrebbe partecipato solo per un faccia a faccia con Meloni.
Una mossa che non era piaciuta a Giuseppe Conte come si evince anche dal suo intervento di ieri ad Atreju.
L'iniziativa di Schlein, infatti, è stata vista da molti come un tentativo di imporre la sua leadership nella coalizione che sfiderà Giorgia Meloni alle Elezioni politiche del 2027.
Il confronto ci sarà comunque, seppur a distanza, nella giornata di oggi, domenica 14 dicembre. Ad Atreju, infatti, è attesa Giorgia Meloni per l'intervento di chiusura della kermesse.
A pochi chilometri di distanza, Elly Schlein interverrà all'Assemblea Nazionale del PD per porre le basi per la scalata verso Palazzo Chigi.
Sabato 13 dicembre, invece, è stata la giornata di Giuseppe Conte ad Atreju, dove ha chiarito la posizione del Movimento sul "campo largo" e sull'alleanza con il PD.
Conte ha escluso alleanze automatiche:
"Noi non siamo alleati con nessuno, gliel'ho già detto".
Ha precisato che:
L'intervento, con Tommaso Cerno, ha suscitato contestazioni ma anche applausi, con Conte che ha ribattuto:
Ha evocato un futuro confronto con Meloni, notando l'assenza di Schlein:
Conte ha rilanciato il "cantiere di democrazia partecipativa" M5S per il programma, separando alleanze da battaglie storiche. La sua posizione gela ipotesi di coalizione ampia, priorizzando contenuti su nomi.
Oggi è il giorno della verità per Elly Schlein che - tra i timori di una sala non piena, il rischio di portare allo scoperto la frattura con la 'frangia riformista' e la necessità di blindare la sua leadership nel partito in vista di eventuali primarie di coalizione - si prepara al confronto a distanza con Giorgia Meloni.
I presupposti non sono dei migliori dal momento che rimane l'incognita di cosa faranno i riformisti di Guerini e Picierno.
La verifica interna sui temi è stata rinviata a gennaio, ma oggi si voterà comunque la relazione della segretaria – quella in cui si indica la direzione del partito fino al 2027, anno in cui si svolgeranno le elezioni politiche.
La relazione di Elly Schlein sarà tutta improntata sull’attacco al centrodestra quindi dovrebbe avere il consenso anche della minoranza, sempre che non decidano di votare comunque contro.
La giornata di oggi sancirà anche l'ingresso di Stefano Bonaccini e della sua corrente nella maggioranza che sostiene Schlein.
In gioco c'è la leadership di Elly Schlein all'interno della coalizione di centrosinistra che probabilmente sarà decisa con le primarie tra gli alleati.
La questione leadership, ovvero, chi prenderà il posto di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi in caso di vittoria, è motivo d'attrito sia con Giuseppe Conte, sia all'interno dello stesso Pd, dove non tutti vedono di buon occhio il protagonismo di Schlein.
Elly Schlein appare la candidata naturale: il PD, primo partito d'opposizione, sotto la sua guida è salito dal 14% del 2022 al 24% alle Europee 2024, stabilizzandosi oggi al 22-23% nei sondaggi.
Giuseppe Conte, leader M5S ed ex premier, rappresenta però una concorrenza agguerrita, come emerso dal recente intervento ad Atreju dove ha escluso alleanze automatiche priorizzando programmi.
Le primarie potrebbero ridefinire equilibri, con il PD in vantaggio ma M5S capace di influenzare l'outcome grazie al peso elettorale.
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