Ricordate
Pac Man? Il mitico videogioco degli anni 80 dove il giocatore deve guidare una
creatura sferica di colore giallo, chiamata
Pac-Man appunto, facendole mangiare tutti i numerosi puntini disseminati ordinatamente all'interno del labirinto e, nel far questo, deve evitare di farsi toccare da quattro "
fantasmi", pena la perdita immediata di una delle vite a disposizione. Rivoluzionario per l’epoca e ancora nel cuore di molti. Ecco, tenete bene in mente il
videogioco e nel frattempo recuperate dalla memoria la serie a cartoni
Siamo fatti così primo cartone animato di origine francese dedicato alla divulgazione scientifica, sul corpo umano, per un pubblico di giovanissimi. Avete ora i due elementi fondamentali che devono aver spinto i ricercatori della
Johns Hopkins University a mettere a punto una strategia che induce le cellule a "mangiare" le loro vicine indesiderabili, nello stile del gioco
Pac-Man. Un approccio innovativo per elaborare soluzioni nuove a problemi conosciuti da tempo.
L’idea di base
Il nostro obiettivo e' quello di creare cellule artificiali programmate a mangiare la 'spazzatura pericolosa' nel corpo, che potrebbe essere qualsiasi cosa, dai batteri alle placche beta-amiloidi che causano
l'Alzheimer fino alle
cellule tumorali, ha detto
Takanari Inoue, scienziato che ha coordinato lo studio pubblicato sulla rivista
Science Signaling e a cui ha collaborato anche l'
Università di Tokyo.
Siamo fatti così

Divorare i prodotti di scarto delle cellule è compito dei
Macrofagi, cellule specifiche spazzino dell’organismo. Un processo di divorazione che li porta anche alla distruzione di virus e batteri. Cellule molto ben raccontate nella serie animata francese e che ha formato tante generazioni di ragazzi. Attraverso però uno studio specifico dei ricercatori
Statunitensi e
Giapponesi si è riusciti a capire come rendere una cellula normale un
macrofago, dunque come spingere una cellula a
mangiarne un’altra. Abbiamo dimostrato che e' possibile dotare le cellule normali del potere di fare qualcosa di unico: assumere il ruolo di un macrofago specializzato", ha aggiunto Inoue.
Sviluppi futuri
Grazie a questo studio sarà possibile sviluppare in futuro
nuove terapie per patologie complesse e ad oggi non curabili. L’auspicio è dunque quello che i
nuovi Pac-Man possano aprire verso nuove frontiere, non video ludiche questa volta, ma in ambito medico-scientifico. E pensare che c’è ancora chi è contrario ai
videogiochi.