30 Dec, 2025 - 10:55

Madre e figlia morte a Campobasso, ipotesi contaminazione farine con veleno per topi: i punti da chiarire

Madre e figlia morte a Campobasso, ipotesi contaminazione farine con veleno per topi: i punti da chiarire

Proseguono le indagini per fare luce sui decessi di Sara Di Vita, 15 anni, e della madre Antonella Di Ielsi, 50, morte tra sabato 27 e domenica 28 dicembre 2025 per una sospetta e gravissima intossicazione alimentare.

Il procuratore capo di Campobasso, Nicola D’Angelo, ha chiesto a Squadra Mobile e Digos, con il supporto della Scientifica, di ripercorrere quanto accaduto in casa di Gianni Di Vita, a Pietracatella, dal 23 dicembre in poi. Per le indagini è fondamentale ricostruire cosa abbia mangiato ogni membro della famiglia, per poter arrivare a risultati concreti.

Al momento sono diverse le ipotesi in campo: da cibi guasti ad alimenti conservati e forse contenenti botulino, per finire con un possibile avvelenamento accidentale. Si sta facendo strada la tesi di una contaminazione di alcune farine con veleno per topi.

Mamma e figlia morte a Campobasso, ipotesi veleno per topi nella farina

In attesa di risalire all'alimentazione della famiglia nei giorni precedenti alla morte di madre e figlia, la Polizia ha catalogato e sequestrato tutti i resti degli alimenti e i cibi ancora contenuti nella loro abitazione.

Tra il materiale ci sono vongole, cozze, seppie, baccalà e funghi, inviati all’Istituto Zooprofilattico del Molise e al Policlinico Gemelli di Roma.

Non solo: sono stati effettuati dei prelievi di farina in un mulino del paese, di proprietà del padre e marito delle vittime, dove a giugno è stata effettuata una disinfestazione con veleno per topi. L'obiettivo è escludere una possibile contaminazione con farine usate per preparare cibi a Natale. 

Nessun dettaglio viene trascurato: i sanitari dell’Asrem, l'Azienda sanitaria regionale del Molise, hanno accennato alla possibilità che le vittime siano morte per epatite fulminante, alternativa all’intossicazione, o a causa dell’avvelenamento da botulino o da altre sostanze.

Maggiori dettagli arriveranno dalle autopsie, previste per domani, 31 dicembre 2025, e dagli esami a cui Gianni Di Vita, ricoverato in gravi condizioni allo Spallanzani di Roma, viene sottoposto in queste ore.

Il direttore dell'Asrem: "Adottate le procedure previste"

Il direttore generale dell'azienda sanitaria regione Molise, Giovanni Di Santo, ha spiegato che per Sara Di Vita e Antonella Di Ielsi, al Pronto Soccorso sono state seguite "le procedure previste".

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Già nei giorni precedenti c'era stato un confronto continuo tra i direttori delle unità operative coinvolte. Questa mattina (ieri 29 dicembre, ndr) è stato convocato un incontro di approfondimento con tutti i professionisti interessati, che hanno confermato il rispetto delle linee guida e delle best practices previste in casi simili. I responsabili delle Uo coinvolte hanno ribadito che il percorso clinico-assistenziale è stato corretto e conforme alle linee guida. Sarà ora la magistratura a nominare consulenti tecnici che analizzeranno la documentazione clinica e trarranno le conclusioni finali

ha spiegato. 

Secondo Di Santo, uno degli aspetti più complessi è stata "l'aspecificità dei sintomi, cioè la mancanza di segnali clinici chiari che permettessero una diagnosi immediata". 

Il peggioramento improvviso del quadro clinico è stato rilevato nel momento in cui c'è stato il trasferimento in Rianimazione.

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In quella fase sono emerse gravi alterazioni dei parametri vitali e una rapidissima evoluzione della patologia. E' stata osservata anche una marcata riduzione delle piastrine, segno di una condizione clinica molto grave e compatibile con un quadro terminale, che può essere una possibile complicanza di una tossinfezione.


Sui motivi del decesso di mamma e figlia, per ora non è possibile indicare una causa unica o definitiva. Potrebbe essersi trattato di una tossinfenzione di natura alimentare oppure chimica.

Secondo le prime informazioni raccolte, le pazienti avevano consumato diversi alimenti conservati in frigorifero, tra cui frutti di mare e funghi: questi ultimi di tipo certificato e comunemente in commercio. Un altro aspetto che verrà approfondito.

L'inchiesta 

Cinque medici -  tre in servizio all’ospedale Cardarelli di Campobasso, tra cui due di origini straniere, e due della guardia medica- risultano indagati per la morte delle due donne.

Sono accusati a vario titolo di omicidio colposo plurimo, lesioni personali colpose e responsabilità in ambito sanitario. Le vittime e Gianni Di Vita si erano infatti recati prima dalla guardia medica e poi al Pronto Soccorso: erano stati mandati a casa per una semplice intossicazione e gastroenterite.

Resta sotto osservazione allo Spallanzani, in condizioni stabili, il padre e marito delle pazienti decedute. Così, a scopo preventivo, anche l'altra figlia ventenne che non ha accusato malori.

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