Il gesto di Marina Ovsyannikova, la giornalista russa che ha sfidato la censura di Putin mostrando un cartello contro la guerra durante una diretta della principale emittente della Federazione russa, ha subito fatto il giro del mondo. La Ovsyannikova ora è in tribunale con l’accusa di protesta non autorizzata.
Marina Ovsyannikova ha fatto irruzione durante l’edizione serale del telegiornale di Channel 1, la più importante emittente pubblica del Paese e quella con più copertura sul territorio, brandendo un cartello con un messaggio eloquente. "No alla guerra. Non credete alla propaganda. Qui vi stanno mentendo".
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Un appello accorato contro il conflitto e un invito ad altri russi a manifestare contro "la guerra fratricida" voluta da "una sola persona, Vladimir Putin". Sono queste le motivazioni dietro la protesta della giornalista russa, così come ha spiegato lei stessa in un video registrato poco prima del blitz, indossando una collana con i colori di Russia e Ucraina.
Nel messaggio registrato poco prima dell’irruzione in diretta Marina Ovsyannikova fa anche ammenda per aver fatto nel corso della carriera propaganda per il Cremlino. Ora me ne vergogno molto dice. Siamo rimasti in silenzio nel 2014, quando tutto ebbe inizio. Non siamo andati alle proteste quando il Cremlino ha avvelenato Navalny. Abbiamo semplicemente osservato in silenzio questo regime antiumano.
Il filmato rilanciato da Ovd-Info (l’associazione indipendente russa che combatte la persecuzione politica ndr) si conclude con parole di incoraggiamento e speranza verso il suo popolo: "Solo noi, russi pensanti, possiamo fermare tutta questa follia. Uscite a protestare, non abbiate paura di niente. Non possono metterci tutti in galera".
Marina Ovsyannikova ha 44 anni ed è redattrice dell’emittente televisiva Russia One, quindi dipendente dello stesso telegiornale dove ha inscenato la sua protesta.
Le conseguenze del suo gesto non si sono fatte attendere. Marina è stata portata al dipartimento di polizia di Ostankino, a Mosca e interrogata. Per alcune ora di lei si erano perse le tracce e già si pensava al peggio. Una foto pubblicata su Telegram dal suo avvocato, Anton Gashinsky, ha fatto però tirare un (mezzo) respiro di sollievo.
[caption id="attachment_298789" align="alignnone" width="300"] Fonte Twitter[/caption]
La giornalista russa è nel tribunale della Capitale e deve rispondere di "organizzazione di un evento pubblico non autorizzato". Un'accusa amministrativa che potrebbe comportare una multa fino a 30.000 rubli (circa 200 euro), un incarico di servizio alla comunità o fino a 10 giorni di carcere. La professionista quindi non è accusata del reato di pubblicazione di "informazioni false" sull'esercito russo, che prevede una pena massima di 15 anni di carcere.
Sono personalmente grato alla donna che è entrata nello studio di canale 1 con un cartello contro la guerra, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video postato sui social.
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