17 Apr, 2022 - 23:15

Tunisia, la guerra in Ucraina colpisce lo stato africano

Tunisia, la guerra in Ucraina colpisce lo stato africano
La Tunisia è uno degli stati più colpiti dal conflitto tra Russia ed Ucraina. Il Paese del Nord Africa, infatti, è uno tra i più colpiti dal blocco delle importazioni. In particolare, quello che inizia a scarseggiare, sono grano e fertilizzanti, fondamentali per un economia debole come quella tunisina. La situazione, però, potrebbe peggiore pesantemente nelle prossime settimane.

La situazione in Tunisia

Molti paesi del Nord Africa, prima fra tutti la stessa Tunisia, hanno sempre fatto affidamento sul grano proveniente dall'Europa Orientale. Le condizioni meteorologiche, infatti, non permettono la coltivazione del cereale. E proprio nello stato tunisino, da alcune settimane, arrivano segnali di gravi mancanze dei prodotti di base. Mancanze che potrebbero portare ad una crisi alimentare, la quale si andrebbe ad aggiungere alle già preesistenti crisi economica e politica. Secondo un indagine dell'ONU, negli ultimi cinque anni lo stato africano si è affidato a Russia ed Ucraina per soddisfare il 56% del proprio fabbisogno annuo di grano. La popolazione tunisina, infatti, è solita consumare grandi quantità di pane. Bene che, al giorno d'oggi, è possibile procurarsi solo dopo grandi code fuori dai negozi e pagando un prezzo decisamente più alto rispetto la periodo pre guerra. In molte città il pane, così come l'olio di semi, sono stati razionato, proprio a causa della mancanza di questi beni.

Le conseguenze

La Tunisia, come detto, già prima della guerra non stava attraversando un buon momento. L'ex colonia francese si trova nella peggiore crisi economica dall'indipendenza nel 1956. Crisi aggravata dalla pandemia, che aveva fatto contrarre l'economia a più dell'8%, aumentando il problema dell'inflazione e della disoccupazione. Il governo, in questi anni, aveva finanziato in modo deciso l'importazione del grano, in modo tale da mantenerne bassi i prezzi e dare una stabilità alimentare alla popolazione. Adesso, però, da un lato si fa fatica a pagare quel poco grano importato, mentre dall'altro si sta cercando in tutti i modi di resistere fino a quando i prezzi torneranno ad abbassarsi. Altro grosso problema, inoltre, riguarda la qualità del grande prodotto. Il cereale tunisino è adatto per produrre semola o pasta, ma non pane. Coltivazioni che, a causa delle sanzioni dell'Occidente alla Russia, faticano a trovare i fertilizzanti. Molte società stanno finendo i prodotti chimici e da settimane non ricevono forniture. Il governo si sta muovendo, acquistando un prodotto, a base di ammoniaca, prodotto in Spagna, ma con un costo doppio rispetto ai fertilizzanti tradizionali.
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Giorgio Mastrogiacomo
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