Dal
1° maggio cambiano le regole sulle restrizioni anti
Covid in
Italia, con la scadenza al
30 aprile di molte delle limitazioni decise dal governo. Una di queste è rappresentata dall’utilizzo delle
mascherine dal 1° maggio. A parlare della decisione è stato l’ex direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano,
Massimo Galli. Lo stesso crede che sia comunque
un’idea valida mantenere il limite nelle situazioni in cui, seppure non al chiuso, la gente si affolla. Una di queste è all’terno degli stadi dove si è tornati da poco ad una
capienza del 100%.
Mascherine 1° maggio: L’utilizzo in grandi eventi
Luoghi che, per quanto all'aperto, vedono le persone ammassate una sull'altra. Persone che urlano, strillano, cantano. Situazioni più che a rischio con un virus diventato così diffusivo nelle ultime varianti. Lo stesso
Galli prosegue anche sull’utilizzo delle mascherine chirurgiche:
La mascherina chirurgica, ricordiamolo, protegge gli altri da te. La mascherina Ffp2 protegge te dagli altri. Da questo punto di vista sarebbe una buona idea ricordare alle persone fragili che in determinate circostanze è meglio indossare le Ffp2.
L’ex direttore di Malattie infettive si è poi soffermato sul proseguimento di utilizzo nei locali pubblici e in tutti quei luoghi chiusi dove si creano assembramenti.
Per quanto riguarda le mascherine nei locali pubblici e soprattutto cinema, teatri e manifestazioni sportive, all’aperto e al chiuso, credo che non sia opportuno toglierle ancora per un periodo da definire. Perché si tratta non solo di limitare la diffusione dell’infezione. Se il virus circola, ci si può infettare anche con la mascherina. Questo discorso vale soprattutto per i fragili che non rispondono o rispondono per un breve periodo al vaccino, che potrebbero, nei fatti, essere messi nella condizione di non frequentare più questi luoghi. Inoltre, essendoci ancora, in Italia, numerosi non vaccinati, togliendo la mascherina faciliteremmo la circolazione del virus.
In conclusione un altro tema dibattuto in questi mesi è stato quello del
Green Pass. Sull’
eliminazione del certificato verde Galli, si esprime in maniera
negativa:
Rischia di esserci un condono sanitario per tutti quelli che hanno deciso di non vaccinarsi, scelta che tra l’altro non è un esercizio della libertà, ma un disprezzo di quella degli altri. Il Green pass non è un fattore di limitazione insuperabile nel momento in cui lo si gestisca con la dovuta attenzione. Sarebbe necessaria più prudenza di quella che si vuole esercitare.