La
guerra in Ucraina passa anche per il gas russo. Le sanzioni occidentali spingono per mettere alle corde Mosca, che settimane fa aveva annunciato di voler ricevere solo pagamenti in rubli, la moneta della Russia, per le forniture al vecchio continente. E così, mentre inizialmente tutti avevano rifiutato, in Europa, questa ipotesi, adesso si assiste alle prime manovre.
Eni starebbe aprendo un conto in rubli
L'azienda italiana infatti, secondo quanto riportato da
Bloomberg, sarebbe pronta ad aprire presso la Gazprombank (la banca dell'azienda produttrice di gas, Gazprom), un doppio conto corrente euro/rubli per fare fronte alle richieste di pagamenti in valuta chiesti da Mosca. Secondo il portale finanziario però la mossa del colosso energetico italiano sarebbe precauzionale, con l'Eni in attesa di maggiori chiarimenti sul da farsi provenienti tanto dall'esecutivo di Mario Draghi quanto dalle istituzioni europee: la società infatti è in attesa di capire se, e a quali condizioni, poter proseguire ad acquistare il gas dalla Federazione Russa. Attraverso - appunto - questo doppio conto alla Gazprombank.
L'Ue non vorrebbe che le aziende si piegassero
La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leye nei giorni scorsi è stata molto chiara, chiedendo ai vari player impegnati nel commercio del gas con la Russia di non cedere alle richieste di pagamento in rubli delle forniture provenienti da Mosca, spingendo sulla valutazione burocratica che vedrebbe decadere un contratto con una modifica negli accordi già in essere. Eppure la stessa Commissione ha deciso di non opporsi alla proposta di aprire conti in doppia valuta presso le banche. Tuttavia, secondo diversi media, sarebbero almeno quattro le aziende internazionali operanti in Europa che già avrebbero provveduto a pagare il gas come imposto nei desiderata del Presidente russo Vladimir Putin. Un'altra decina invece quelle ad aver già aperto un conto corrente per operare.
Le richieste dalla Russia: gas pagato in rubli
Sono ormai diverse settimane che la Russia ha richiesto alle aziende europee di pagare le forniture di gas in rubli.
Come aveva confermato lo stesso Putin a fine marzo,
Ho preso la decisione di attuare una serie di misure per passare al pagamento in rubli per il nostro gas consegnato a Paesi ostili, e di rinunciare a tutte le valute che sono state compromesse. (…) Non ha senso spedire le nostre merci nell’UE e negli Stati Uniti e ricevere il pagamento in dollari ed euro.
Il tutto sarebbe dovuto partire dallo scorso 1° aprile, e avrebbe messo molte Nazioni in difficoltà. Come riporta
Milano Finanza infatti, nel 2021 alla volta dei Paesi Ue sono partiti dalla Russia oltre 132 miliardi di metri cubi di gas. Di questi, circa 29 miliardi sono oggetto dei contratti tra Eni e Gazprom.