Facendo riferimento ai dati Istat, il Pil italiano ha chiuso in calo dello 0,2% su base trimestrale rispetto all'ultimo periodo del 2021. Per il ministro Franco, tuttavia, non c'è motivo di preoccuparsi:
"La nostra economia mostra al tempo stesso segnali di robustezza. Crescono gli occupati, resiste la produzione industriale e il nostro export continua a rimanere forte. È vero, continuiamo a vivere una fase di difficoltà e di grande incertezza, a causa dell'aumento smisurato dei prezzi dell'energia dovuti alla guerra in Ucraina. Ciò provoca inevitabilmente un rallentamento dell'attività economica e un aumento delle tariffe per il consumatore finale".
"Dagli anni ‘80 non si registrano sostanziali progressi, il divario è enorme. Serve imprimere una forte accelerazione all'economia del Mezzogiorno e riavviare la convergenza tra le due aree del Paese. Dai servizi pubblici, agli strumenti di formazione per i più giovani, perché non si verifichi una fuga di cervelli di massa".
"Il Pnrr rappresenta un'opportunità nuova e unica, ma da solo non basta. Non è sufficiente avere le risorse, bisogna saperle spendere realizzando progetti seri ed efficaci. La realizzazione del Piano richiede quindi uno sforzo organizzativo inedito, a cominciare dal coordinamento tra le istituzioni. Non vogliamo che il Pnrr si riduca a una parentesi di riformismo, serve una strategia complessiva duratura".