La Guardia di Finanza di Napoli ha individuato una maxi-truffa ai danni del Ministero della Cultura tramite l'utilizzo illecito del
bonus Cultura "18App". Nel mirino degli inquirenti 16 persone, che avrebbero "comprato" migliaia di ragazzi costringendoli a cedere la somma.
I
Bonus cultura attualmente consentono di acquistare
biglietti per eventi di settore: dal cinema, alla musica, ai libri, mostre e teatri.
#GDF #Napoli ha eseguito misure cautelari e sequestri per oltre 1,5 milioni di euro nei confronti di un'associazione per delinquere dedita alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in materia di Bonus Cultura #18App.#NoiconVoi pic.twitter.com/h0eZkP07Rc
— Guardia di Finanza (@GDF) May 26, 2022
Truffa Bonus Cultura, 16 misure cautelari
Incredibile raggiro ai danno dello Stato in Campania, dove la Gdf ha scoperto un giro milionario legato all'utilizzo illecito del Bonus Cultura, conosciuto come 18App, del valore di 500 euro. In totale la sottrazione ai danni del Ministero della Cultura ammonta a un milione e mezzo di euro. La sostituta procuratrice di Napoli Mariella Di ha chiesto e ottenuto dal gip Antonio Baldassarre l'emissione di 16 misure cautelari. I reati contestati riguardano
associazione a delinquere e
truffa aggravata al conseguimento di erogazioni pubbliche.
La Guardia di Finanza ha eseguito un arresto in carcere, 11 notifiche ai domiciliari, tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e un obbligo di dimora per gli adulti coinvolti. Agli indagati anche un'ulteriore notifica relativa al sequestro di un milione e mezzo di euro, pari al danno arrecato.
Oltre 3mila ragazzi adescati in rete
Al centro dello schema una coppia residente a Napoli, attiva nel settore informatico. Da qui si ramificava una rete di 14 procacciatori di diciottenni, contattati e convinti su Instagram a cedere il Bonus Cultura
in cambio di ricariche Postepay o buoni Amazon pari al 30% dell'incentivo.
Grazie a questo sistema, il duo ha reclutato oltre 3.300 ragazzini, incassando circa un milione e mezzo di euro. Il meccanismo consisteva nel simulare l'acquisto di beni rientranti nel bonus tramite fatture false. Non solo, ma per tenere lontano gli occhi indiscreti della Finanza hanno spalmato gli introiti su più conti correnti.
Laddove le autorità non sono arrivate, è scattata invece la segnalazione del Ministero. Ora l'operazione
prosegue nel tentativo di identificare i giovani che hanno favorito l'illecito ai danni dello Stato.