Come ampiamente previsto lo stanziamento di fondi governativi per il Superbonus 110% è andato esaurito. L'Enea, che segue l'intero iter burocratico, parla di 33,7 miliardi di euro detraibili a fine maggio (30,6 effettivi), una cifra leggermente superiore rispetto ai 33,3 messi a disposizione. Prossimo passo sarà capire se l'esecutivo supporterà nuovamente l'incentivo con una proroga.
Grande successo per il Superbonus edilizio del 110%, esaurito già al termine del mese di maggio. Complessivamente sono stati approvati 33,7 miliardi di euro di interventi detraibili, fondi che il Governo aveva messo sul piatto fino al 2036 spalmando l'erogazione degli incentivi. Per la misura era possibile prenotarsi entro il 30 giugno o addirittura fino al 31 dicembre nel caso di edifici unifamiliari i cui lavori sarebbero iniziati entro settembre.
La domanda sorge spontanea e cerca di identificare quale sarà il prossimo passo dell'esecutivo: rifinanziare o terminare l'operazione? Vero è che il Superbonus ha portato a un vero e proprio boom del settore edile negli ultimi due anni e l'obiettivo di garantire un miglior efficientamento energetico sembrerebbe poter spingere per la settima proroga della misura. Guardando con attenzione il calendario parlamentare si punta alla Legge Finanziaria, anche se il premier Draghi non ha nascosto una certa diffidenza.
Sarà dunque importante a Palazzo Chigi usare la calcolatrice e fare due conti per valutare la possibile coesistenza con gli altri bonus attualmente disponibili. Il rischio è che si ripeta lo scenario visto con gli Ecobonus per le auto, reintrodotti dopo un lungo pressing ma attualmente un mezzo flop in termini di abbassamento delle emissioni inquinanti.
Il rapporto di Enea sul Superbonus 110% presenta poi tutto il quadro statistico della situazione. Delle oltre 172mila richieste approvate, poco più della metà sono destinate a edifici unifamiliari (circa 91mila), seguono immobili indipendenti (54mila) e condomini (27mila). La regione più "virtuosa" è, senza sorprese, la Lombardia con il 17% delle asseverazioni totali: un dato in linea con la popolazione. Infine, Trentino Alto-Adige ed Emilia-Romagna sono le regioni che hanno concluso più interventi incassando di conseguenza un maggior credito fiscale.