29 Jun, 2022 - 15:52

Adinolfi critica il logo del Giubileo: "Ma cos'è, un Gay Pride?"

Adinolfi critica il logo del Giubileo: "Ma cos'è, un Gay Pride?"

Mario Adinolfi, sul suo account Instagram, ha criticato il simbolo del Giubileo del 2025, ideato da Giacomo Trevisani. Prima della reazione del leader del Popolo della Famiglia, era stato il Cardinale Parolin a spiegare i principi di quel logo. 

Adinolfi critica logo giubileo, scatta la polemica

Il logo del Giubileo del 2025 presenta quattro omini stilizzati, ognuno con un colore diverso. Prima di arrivare a questo c’era stato un concorso internazionale in cui hanno partecipato studenti, istituti religiosi, grafici e artisti. Le proposte arrivate erano 294 da 213 città e 48 Paesi diversi

Mario Adinolfi, ha criticato il disegno per via soprattutto dei colori utilizzati:

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Ma, porca pupazza, è il Giubileo o un Gay Pride? Proprio l’arcobaleno dovevano scegliere nel logo? Comunque, sia chiaro, io sono quello blu: l’ultimo del trenino. 

Il post ha sollevato molto polemiche e persino i suoi stessi follower non condividono le sue affermazioni.

Ovviamente, nonostante le recenti aperture della chiesa al mondo Lgbt+, il colore dei personaggi non fa riferimento alla bandiera arcobaleno. 

Il reale significato del logo del Giubileo 

Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, durante la presentazione in Vaticano del logo, ha spiegato il suo vero significato.

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Le 4 figure rappresentano l’umanità che proviene dai 4 angoli della terra e si abbracciano tra loro per simboleggiare la solidarietà e la fratellanza tra i popoli. Ad aprire la fila ce n’è uno che aggrappa una croce, simbolo della fede e della speranza in Dio. A muoverli sono le onde, che simboleggiano il pellegrinaggio della vita, non sempre calmo. Il rosso è l’amore e la condivisione, il giallo/arancio è il calore umano, il verde la pace, l’azzurro la sicurezza e la protezione e il nero della croce è l’autorevolezza e l’introspezione. Infine, il logo vuole lanciare un messaggio di fratellanza sottolineando che il pellegrinaggio non è un percorso individuale ma comunitario e dinamico.
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Giulia Danielli
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