Duro colpo al clan mafioso di Porta Nuova, a Palermo, 18 fermi emessi dai Carabinieri su incarico della Dda per i reati di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di droga, estorsioni e rapine aggravate dal metodo mafioso.
Si conclude positivamente l'Operazione Vento, che smantella i vertici del clan mafioso di Palermo Porta Nuova: 18 persone sono state infatti arrestate con l'accusa di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di droga, estorsioni e rapine aggravate dal metodo mafioso. L'inchiesta è stata diretta dal procuratore aggiunto della Dda Paolo Guido, insieme ai sostituti Giovanni Antoci, Gaspare Spedale e Luisa Bettiol, e ha ricostruito l'albero genealogico del clan, particolarmente attivo nel commercio della droga in almeno quattro aree della città, oltre a frequenti tentativi di estorsione e alcuni furti per ingrassare le casse della cosca.
Il blitz avviene ad appena 24 ore di distanza dalla chiusura dell'omicidio di Giuseppe Incontrera, ritenuto dagli inquirenti il tesoriere del clan di Porta Nuova, con la confessione di un uomo appartenente a una banda rivale. Tra gli arrestati spuntano il figlio Salvatore e il suocero di Incrontera, Giuseppe Di Giovanni, oltre a nomi di spicco come quello di Tommaso Lo Presti, considerato il capo del mandamento di Porta Nuova. Ad accelerare l'operazione, oltre allo stretto collegamento con l'omicidio di Incontrera, anche il tentativo di alcuni indagati di tagliare la corda o, nell'ipotesi di peggiore, di innescare una nuova spirale di violenza e sangue.
La fronda di Porta Nuova è sempre stata al centro dell'osservazione della Dda e della Dia, nei numerosi tentativi di ricostruire dalle fondamenta dopo gli arresti di alcuni dei suoi membri più illustri. Uno schema sempre ben congegnato, anche durante il lockdown quando le attività e i traffici hanno visto una repentina crescita grazie a sofisticate operazioni di copertura.