Sul tavolo degli affari correnti del governo Draghi c'è il decreto aiuti di agosto: vari punti da limare, tra cui quello del rigassificatore di Piombino infrastruttura fondamentale per rendere indipendente l'Italia dal punto di vista energetico. Da discutere anche il caro-energia, dove si valuta o la possibilità di inserire il bonus di 200 euro oppure eliminare o scontare l'Iva su prodotti come pasta, pane e altri generi alimentari.
Per Mario Draghi il decreto aiuti di agosto è di fondamentale importanza, motivo per cui vuole emanarlo il prima possibile: tra i problemi da risolvere del premier dimissionario c'è quello del rigassificatore di Piombino, infrastruttura a rischio dopo la caduta del suo governo ma importante per rendere l'Italia energicamente indipendente.
L'autorizzazione o meno della costruzione dell’opera deve arrivare dal commissario scelto dal governo, il presidente della regione Toscana Eugenio Giani: il piano prevede che la nave rigassifcatrice resti ormeggiata davanti al porto di Piombino per tre anni. Grazie a questa nave e a quella prevista a Ravenna, l’Italia sarà in grado di stoccare e trasformare autonomamente le nuove forniture di gas in arrivo da Angola e Mozambico: tuttavia a Palazzo Chigi si teme che l’assenza di una precisa volontà politica riporti indietro la scelta sia di Giani che di Stefano Bonaccini.
È lo stesso Bonaccini, intervistato da La Stampa, spiega:
Entro la prima settimana di agosto Mario Draghi vuole firmare il decreto aiuti: oltre alla questione rigassificatore, bisognerà discutere altri vari punti. L'intenzione del governo è quella di scontare o azzerare l'Iva sui prodotti alimentari come pasta, pane e latte: per farlo sarà necessario il bonus 200 euro del Ddl Aiuti che, questo mese, finirà nelle buste paga di 30 milioni di italiani e costerà 6,8 miliardi. Reiterarlo ad agosto avrebbe lo stesso costo e, vista la dotazione del Decreto Aiuti Bis, questo il bonus è alternativo al taglio dell’Iva, che invece ha un costo di circa 4 miliardi di euro, prevedendo così l’azzeramento dell’imposta su prodotti quali pane, pasta, latte e olio, mentre per la carne, pesce uova e vari dolciumi si passerebbe dal 10 al 5%.
Le parti sociali discutono su queste possibili due alternative da attuare: Cgil e Uil privilegiano la scelta del bonus, mentre la Cisl strizza l'occhio al taglio dell’Iva. C'è totale intesa sul fatto che servirebbe un intervento strutturale e, soprattutto, che il nodo principale da sciogliere è quello del caro energia. Sull’energia nel decreto è prevista la proroga per l’ultimo trimestre dell’anno della misura contro il caro bollette che, in alternativa, scadrebbe il 30 settembre. Non è detto che sia necessario prorogare anche il taglio delle accise, visto che non necessita di un decreto legge per applicarla: tuttavia mercoledì il governo si confronterà sui contenuti del decreto con i sindacati e poi successivamente con le imprese, dove cresce l’incertezza sull’intervento che riguarda gli sconti fiscali alle imprese.
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