15 Aug, 2022 - 18:02

Il Movimento 5 Stelle corre da solo, anche la comunicazione lo conferma

Il Movimento 5 Stelle corre da solo, anche la comunicazione lo conferma

Le fasi precedenti alle elezioni politiche del 25 settembre, almeno quelle che precedono la consegna delle liste, sono state caratterizzate da un vero e proprio caos politico ed organizzativo. Si è rinvenuta, in maniera lapalissiana, la liquidità partitica che caratterizza l'attuale fase storica. Ma tra giramenti, accordi e voltafaccia, il quadro dovrebbe essere quasi completo. Un quadro che tiene isolato il Movimento 5 Stelle il quale, a meno di clamorosi colpi di scena, correrà da solo. Anche le parole del Presidente Giuseppe Conte, vanno in questa direzione.

Movimento 5 Stelle: cosa ci dice la comunicazione

Proprio Giuseppe Conte, qualche settimana fa, ha iniziato a parlare del suo partito come quello del "campo giusto". In comunicazione questa pratica viene chiamata triangolazione: prendendo le distanze da due blocchi contrapposti, la terza parte cerca di creare una terza via altra. Una terza via che non emerge quale sintesi delle due parti, ma come un qualcosa di nuovo. Di superiore. Di più elevato.

Non a caso il Movimento 5 Stelle ha scelto, per la sua campagna elettorale, il claim 'dalla parte giusta'. La narrazione, quindi, è quella di indicare sé stessi come l'unica via possibile per una scelta giusta e vincente, l'alternativa migliore. Se la scelta di correre da soli verrà confermata - come ormai, anche tempisticamente, pare inevitabile - la scelta dello slogan ha sicuramente senso. C'è anche il richiamo al cuore, per fare breccia emotiva nei fedelissimi del Movimento, e la parola coraggio per invitare gli indecisi a non temere la scelta alternativa: non l'alleanza del PD, sicuramente più forte ma meno giusta, ma il M5s.

Il claim è certamente giusto e ben ragionato. Ma ha anche una falla: il M5s, ormai diverso da 5 anni fa, ha governato con praticamente tutte le forze politiche del parlamento ad eccezione di Fratelli d'Italia. Senza dimenticare l'alleanza con il Partito Democratico che doveva essere, secondo la narrazione del tempo, quella del nuovo campo progressista. Tornare su queste parole di terza via e triangolazione, dunque, potrebbe apparire poco credibile agli occhi degli indecisi. I fedelissimi invece, lo zoccolo duro del proprio elettorato, gradiranno.

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Giovanni Manco
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