Apertura estremamente positiva sotto molti punti di vista per l'economia mondiale, a cominciare dal bene più volatile attualmente in commercio: alla Borsa di Amsterdam, infatti, il prezzo del gas scende a 195 euro/MWh e traina la ripresa dei mercati europei.
La ritirata delle truppe dal nord-est dell'Ucraina e una serie di malumori interni sembrano incidere sulla posizione di forza economica della Russia. Nonostante le rassicurazioni di Vladimir Putin sulla tenuta del tessuto finanziario, il prezzo del gas scende sotto la soglia dei 200 euro/MWh. Una discesa molto lenta che continua a evidenziare l'estrema volatilità di una materia prima che è a tutti gli effetti utilizzata come strumento di potere dal Cremlino.
Petrolio che rimane stabile (ma la Russia ha già ribadito di non voler "toccare" la produzione riducendo i volumi) mentre cala il prezzo del grano: anche qui sembra attenuarsi la forza ritorsiva di Putin che aveva minacciato di tagliare le forniture verso l'Europa.
Tornando al gas, la discesa dell'indice Ttf non può più arrestare la strada tracciata dall'Italia e dall'Europa sebbene la questione del price cap rimanga divisiva. Tuttavia, come sottolineato dal ministro della Transizione Energetica Roberto Cingolani, in Consiglio Ue non servirà la maggioranza assoluta (ma quella "qualificata") per far approvare il provvedimento:
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