La coppia bresciana che ha nascosto 8 milioni in giardino ha ammesso le contestazioni della Procura, ma vista la complessità dell'indagine si è riservata di parlare con il pubblico ministero non appena avrà intenzione di ascoltarli". Lo ha detto l'avvocato Lorenzo Cinquepalmi, legale dei coniugi di Gussago. Il 46enne Rossini e la moglie Fornari sono ritenuti al vertice dell'associazione a delinquere finalizzata all'evasione fiscale e all'emissione di fatture per operazioni inesistenti che ha coinvolto 77 persone iscritte nel registro degli indagati, 22 delle quali arrestate dalla Guardia di Finanza e dai carabinieri di Brescia.
L'indagine è partita da una segnalazione arrivata nel 2019 ai carabinieri di Gardone Val Trompia su bonifici emessi da un'azienda intestata a un operaio della Valtrompia e destinati a soggetti cinesi, versati su conti correnti esteri in banche asiatiche. Soldi che, secondo le accuse, servivano a pagare fatture inesistenti ma che tornavano poi in Italia grazie a "spalloni" che li portavano in contanti attraversando le frontiere.
Secondo gli inquirenti, la coppia farebbe parte di un gruppo che avrebbe emesso fatture false per oltre 500 milioni di euro, evadendo 93 milioni di imposte in attività di commercio di materiali ferrosi. I due coniugi da alcuni mesi erano all'estero e si sono costituiti solo nelle scorse ore. La Guardia di Finanza sta nel frattempo continuando le indagini per capire a chi effettivamente è riconducibile la montagna di denaro trovata sotto terra e nascosta in panetti di denaro contenuti in secchi tombati in botole sotto terra.
Giuliano Rossini, 46 anni, detenuto in carcere a Cremona, è stato sentito dal gip in video conferenza così come l'interrogatorio di convalida dell'arresto della moglie Silvia Fornari, da domenica sera in carcere a Verziano è avvenuto in remoto. Il figlio 22enne della coppia e la zia materna - ai domiciliari da una settimana - si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.