Il caso della Moby Prince è arrivato ad un punto di svolta con il verdetto della commissione d'inchiesta a Palazzo Macuto. Le conclusione sono state rese note alla presenza dei familiari delle vittime, un'indagine che è terminata in modo accelerato per via del termine accelerato della legislatura. Tante le domande che cercavano una risposta sul tragico incidente della Moby Prince, con la più importante che ha trovato immediata risposta: non c'era meteo avvero, anzi il mare era calmo e permetteva una navigazione tranquilla.
Invece una novità è arrivata grazie alla perizia portata avanti dalla società di ingegneria navale Cetena, che ha individuato un cambio di rotta improvviso di 15 gradi realizzato in 30 secondi che sarebbe stato provocato dall'inserimento di una terza nave di fronte alla Moby Prince. Purtroppo la commissione d'inchiesta ha dovuto concludere che non si conosce ancora l'identità di questa terza nave.
La Moby Prince - ha detto Andrea Romano, presidente della commissione – è andata a collidere con la petroliera Agip Abruzzo per colpa della presenza di una terza nave comparsa improvvisamente davanti al traghetto che provocò una virata a sinistra che ha poi determinato l'incidente. Purtroppo questa nave non è ancora stata identificata con certezza. Ci sono quindi due ipotesi da seguire in futuro sia da parte della magistratura che del prossimo Parlamento. Non abbiamo certezze ma suggeriamo nelle nostre conclusioni due possibili ipotesi investigative da approfondire: una riguarda la nave 21 Oktobaar II, che è un ex peschereccio somalo, e l'altra la presenza nel tratto di mare interessato dalla presenza di una o più bettoline impegnate in possibili operazioni di bunkeraggio clandestino"
La clamorosa rivelazione arriva ad oltre 20 anni di distanza dal disastro della Moby Prince, il traghetto che il 10 aprile del 1991 nella rada del porto livornese entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo causando la morte di 140 persone.