28 Sep, 2022 - 10:35

Keith Haring a Monza, la mostra Pop Art a Villa Reale

Keith Haring a Monza, la mostra Pop Art a Villa Reale

Keith Haring a Monza, dopo il gran successo delle quattro tappe del tour americano.

La Pop Art di Keith Haring, infatti, arriva in Italia dopo il Missouri, New York, la Florida e la Pennsylvania.

Radiant Vision è un progetto itinerante che sarà presentato nell’Orangerie della Villa Reale di Monza dal 30 settembre al 29 gennaio 2023.

L’esposizione è prodotta da General Service and Security, GCR e Saga MDS in collaborazione con il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza. La Direzione Artistica e di Produzione è affidata a Beside Studio.

La mostra di Keith Haring a Monza, comprenderà oltre 100 opere, provenienti da una collezione privata.

Litografie, serigrafie, disegni su carta e manifesti del più celebre artista pop degli anni ’80, illustrano l’intero arco della carriera di Haring esaminando la produzione dell’artista da diversi punti di vista.

Il progetto espositivo, infatti, si configura come un vero e proprio tributo all’artista, le cui opere mostrano con chiarezza il suo sostegno a molte cause civili e di giustizia sociale a cui si è sempre dedicato.

Si può, certamente, affermare che Keith Haring ha riscritto le regole dell’arte contemporanea integrandola con la controcultura del centro di New York e dell’aristocrazia dei quartieri alti.

Tra dipinti, stampe, poster, disegni, sculture e street art, lo stile di Haring è sempre riconoscibile, poiché caratterizzato da linee decise, simboli pittografici e colori vivaci che abbondano in ogni sua opera.

Amico di Andy Warhol, Haring ha rappresentato l’apoteosi della Pop Art, esplorando, al contempo, il potenziale di marketing del suo marchio attraverso partnership commerciali, prodotti di largo consumo e persino una propria vetrina.

La Mostra di Keith Haring a Monza in partenza dal 30 settembre al 29 gennaio 2023

Il percorso espositivo sarà composto da nove sezioni.

A partire dall’Iconografia, in cui viene raccontato come Haring si sia appassionato allo studio dei simboli e delle linee che evolvono in pittogrammi e, in cui, vengono mostrate le sue abilità come disegnatore, fino ad arrivare alla sezione dedicata alla Giustizia Sociale, dove vengono mostrate diverse opere in cui Haring si schiera a sostegno del movimento anti-apartheid.

Una delle sezioni, inoltre, è dedicata al lavoro fatto con i giovani, comprendente un gruppo di undici incisioni che Haring ha realizzato insieme a Sean Kalish, un bambino delle elementari che frequentava il Pop Shop e che mostrava un talento precoce per i disegni dinamici e lineari simili a quelli dell’artista. Una suite di immagine selvagge e surrealiste create nel corso di diverse visite in studio.

In mostra a Monza anche Medusa Head, si tratta della più grande stampa mai realizzata da Haring, lunga più di due metri e alta quasi un metro e mezzo.

Quest’ultima opera fu creata dall’artista, in collaborazione con il tipografo danese Borch Jensen che, dopo aver conosciuto Haring a una cena, gli propose di sperimentare la sua macchina da stampa, lunga tre metri, appena installata.

L’opera è una rivisitazione moderna del racconto greco di Medusa, una donna alata i cui capelli erano composti da serpenti in grado di trasformare gli astanti in pietra. Per Haring, che nel 1986 era stato testimone degli effetti mortali dell’AIDS, il mostro mitico rappresentava un simbolo appropriato della terrificante malattia che uccideva i suoi giovani amici sani in un batter d’occhio.

Chi è Keith Haring

Nato il 4 maggio del 1958, Keith Allen Haring, crebbe in una famiglia borghese nel piccolo quartiere di Kutztown, in Pennsylvania.

Fu il padre, un fumettista dilettante, ad insegnare a Keith, ad appena 4 anni, a disegnare i propri personaggi, ispirandosi a Disney e al Dr. Seuss.

Nel 1976, Haring continuò a coltivare la sua passione per il disegno iscrivendosi a una scuola di arti commerciali.

Due anni dopo si trasferisce a New York per studiare pittura alla School of Visual Arts, ma nell’estate del 1980 decide di abbandonare gli studi per dedicarsi alla street art, realizzando manifesti satirici e immagini enigmatiche di grande impatto.

Nel 1982 Haring espone le sue opere in gallerie di moda, accumulando acquirenti e consensi da parte della critica.

Haring, trascorre gran parte del suo tempo, realizzando, in particolare, opere d’arte pubblica, tra cui murales commemorativi, commissioni di beneficenza e campagne di affissione umanitarie.

Proprio quando era all’apice della sua carriera, arrivò la tragica diagnosi di AIDS e Keith Haring morì per le complicanze della malattia il 16 febbraio del 1990 a soli 31 anni.

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Giusy Rosalia Tinnirello
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