Il Brasile va alle urne per le presidenziali e, secondo le proiezioni, Inacio Lula da Silva potrebbe vincere le elezioni direttamente al primo turno: l'ex presidente avrebbe il 51% dei voti validi, mentre il presidente in carica Jair Bolsonaro il 37%.
La legge brasiliana prevede l'elezione automatica per il candidato che ha più della metà dei voti validi (escludendo schede nulle e bianche), nel caso non venga superato lo sbarramento ci sarebbe un ballottaggio previsto per il 30 ottobre.
I sondaggi hanno un margine di errore del 2%, motivo per cui nulla è deciso.
La grande incognita è dettata dal tasso d'astensione che potrebbe danneggiare il favorito Lula: consapevole di questa eventualità l'ex leader sindacale ha passato gli ultimi momenti di campagna elettorale alla ricerca del "voto utile", cercando di convincere gli indecisi e gli elettori che vorrebbero votare candidati terzi a non "sprecare" il voto.
Allo stesso modo Bolsonaro cerca voti "terzi" per forzare un secondo turno, ribaltando poi la situazione nelle settimane che separeranno le elezioni dal ballottaggio.
Secondo l'Ipec la caccia al voto altrui sta avendo più successo rispetto a quella del rivale.
Il presidente uscente è convinto che nonostante i sondaggi le elezioni lo vedranno trionfare con oltre il 60% dei voti, basando la sua disamina sulle sue visite effettuate negli scorsi 45 giorni per ogni città del Brasile.
Bolsonaro ha sottolineato che le strade parlando diversamente rispetto ai sondaggi.