Ancora un incidente a Novara, dopo quello di Bellinzago. Due donne, di 48 e 63 anni, sono morte in seguito a un violento tamponamento verificatosi questa notte sulle strade piemontesi. Il responsabile, senza patente di guida, è fuggito a piedi e si trova ora in stato di arresto: dovrà rispondere di omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso.
È successo a mezzanotte e mezza sulla strada regionale 11, a qualche centinaio di metri dallo svincolo della tangenziale di Novara. Due donne, di 48 e 63 anni, viaggiavano sul sedile posteriore di una Fiat Panda quando, secondo le prime ricostruzioni, una Mercedes avrebbe tamponato la loro autovettura. Entrambe le auto si sono ribaltate e sono finite in un campo adiacente alla strada; la donna più giovane è morta sul colpo, mentre le altre tre persone coinvolte nell'incidente sono state trasportate all'ospedale di Novara.
Nonostante i tentativi dei medici di salvarla, anche l'altra donna alla fine non ce l'ha fatta. Il conducente della Mercedes, dopo l'urto, ha invece tentato la fuga a piedi. Si tratterebbe di un 25enne di origini nigeriane che vive a Trecate, che è stato rintracciato dai militari nel giro di un'ora e arrestato. Dalle indagini, i carabinieri hanno accertato che il giovane non aveva la patente di guida e la sua auto era sprovvista di assicurazione: dovrà rispondere di omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso.
Sono andate avanti, intanto, le indagini sull'incidente che, nella giornata di ieri, aveva strappato alla vita una giovane di 21 anni, Syria, a Bellinzago, nel Novarese. Alla fine il giovane 22enne che viaggiava sul sedile posteriore dell'autovettura, ricoverato in rianimazione, non ce l'ha fatta: è deceduto ieri sera presso l'Ospedale Maggiore di Novara, dove era stato trasportato in seguito all'impatto. È salito così a due il bilancio dei morti del sinistro, per cui ora è stato accusato il conducente, fidanzato della giovane. A causare l'incidente della Renault Megane sarebbe infatti stato lui, risultato positivo all'alcol test e ora in stato di arresto.
Una giornata che per la famiglia di Syria avrebbe dovuto essere di gioia, quella di ieri, e che invece si è trasformata in un incubo ad occhi aperti: "Il destino ha voluto che non conoscesse nemmeno la sua sorellina, nata 16 minuti dopo la sua morte" - ha commentato il padre Romolo ai microfoni di Repubblica. Una serata trascorsa con gli amici in un locale, prima del tragico epilogo, per cui la famiglia si attende ora giustizia. "Avevamo provato tante volte a dissuaderla dal frequentarlo (il fidanzato ora in stato di arresto, ndr). Era già capitato che fosse ubriaco - ha aggiunto l'uomo. L'altra notte aveva un tasso alcolemico altissimo, 5 volte oltre il limite. Soltanto due settimane fa ho parlato con la madre di Syria, la mia ex moglie, e le ho detto questa frase: 'vedrai che quello ci farà piangere una figlia sulla tomba'". Purtroppo è quello che è successo; "Ho visto mia figlia per l'ultima volta dentro una bara - ha concluso il padre - è un dolore che non si può raccontare".