13 Oct, 2022 - 12:22

Anziana di 85 anni in carcere, i giudici sospendono la pena

Anziana di 85 anni in carcere, i giudici sospendono la pena

L’anziana di 85 anni che era stata condannata a otto mesi di carcere per aver occupato abusivamente un alloggio a Milano è stata rilasciata. A battersi per questa causa, è stata ‘l’Associazione Antigone, da sempre dalla parte dei detenuti affetti da problemi fisici e mentali.

Anziana di 85 anni in carcere, la vicenda

La donna, di origine bosniaca e non autosufficiente, si trovava a San Vittore da circa due settimane per un ordine di carcerazione emesso dalla Procura a seguito di una condanna definitiva a 8 mesi per l'occupazione abusiva di un alloggio. A denunciare l'accaduto, martedì mattina, è stata l'associazione Antigone, che si interessa della tutela dei diritti e delle garanzie nel sistema penale e penitenziario

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Ieri, nel pomeriggio, abbiamo denunciato la situazione che si sta verificando da circa due settimane nel carcere milanese di San Vittore, dove è detenuta una donna di 85 anni. Nonostante il reato non sia di grande pericolosità sociale e la pena comminata di brevissima durata, la donna è stata tuttavia condotta nel carcere del capoluogo lombardo. Ad aggravare la situazione il fatto che la signora non è autosufficiente, richiedendo perciò un'assistenza personale e una gestione sanitaria costante da parte di altre detenute e degli operatori.

Si legge in un post pubblicato sulla pagina Facebook dell’Associazione.

Detenuti anziani in Italia, gli ultimi dati

Stando ai dati riportati in un altro post condiviso su Facebook dalla Associazione Antigone, alla data del 30 giugno, si contavano 1.065 detenuti con più di 70 anni. Il post in quesitone recita:

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Un numero che negli anni recenti è in costante crescita. Serve grande attenzione per la loro condizione e, dinanzi pene brevi da scontare o residue, è fondamentale trovare alternative alla detenzione. Questo passa anche dal creare strutture di sostegno sociale e abitativo che consentano a queste persone anziane (e non solo a quelle anziane) di poter accedere a misure alternative, senza che proprio la condizione sociale di partenza diventi un ulteriore elemento discriminante.
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Giulia Danielli
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