06 Nov, 2022 - 16:09

Sbarco migranti selettivo, Cei: "Sembra un attacco alla democrazia"

Sbarco migranti selettivo, Cei: "Sembra un attacco alla democrazia"

Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, durante un’intervista rilasciata ad Adnkronos, ha lanciato un appello all’Italia ed all’Unione Europea. Il monsignor Perego - presidente della Commissione immigrazione - in riferimento a ciò che sta accadendo in queste ore al porto di Catania, ha dichiarato che lo sbarco migranti selettivo è un attacco alla democrazia. Bisogna soccorrere tutti, senza discriminazioni.

La situazione intorno alla Humanity

Dalla notte scorsa, come previsto dal nuovo decreto legge, gli ispettori sanitari sono saliti a bordo della nave Humanity 1, per individuare persone fragili, donne e bambini. A loro soltanto, secondo il decreto, sarà permesso sbarcare. Petra Krischok, portavoce di Sos Humanity ha raccontato così la vicenda:

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I primi a sbarcare sono stati minorenni e bambini piccoli accompagnati dalle madri. I controlli sono ancora in corso, ma Catania non ci è stato assegnato come porto sicuro.

Secondo la ONG, a bordo della nave - al termine dell’ispezione - ci sarebbero ancora 35 naufraghi. Sono tutti uomini adulti e senza apparenti problemi di salute. Sono invece stati lasciati sbarcare 144 dei 179 migranti. Questo provvedimento, dice la ONG, sarebbe illegale, poiché tutte le 179 persone che erano a bordo della nave sono "rifugiati, in uno stato vulnerabile, alcuni di loro visibilmente traumatizzati: hanno bisogno di cure mediche e psicologiche".

Sbarco migranti selettivo, monsignor Perego: "Mi sembra un attacco alla democrazia"

Riportiamo qui di seguito la dichiarazione del monsignor Perego, riguardo l'attuale vicenda:

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Affrontare in questa maniera la situazione che sappiamo, e cioè di persone in fuga, visto che conosciamo i Paesi da cui provengono, attraverso una selezione o fermando in mare per diversi giorni e non prevedendo il soccorso di tutte queste persone, mi sembra un attacco alla democrazia ed anche un rischio grave. Anziché modificare il regolamento di Dublino e impegnare tutte le nazioni europee in una solidarietà come si era avviato con i 21 Paesi Ue, c’è il rischio che si ritorni ai nazionalismi e l’Italia, in questo caso, corre il rischio di restare sola ad affrontare la situazione, essendo al confine, mentre per noi è molto importante un coinvolgimento di tutti i Paesi europei.

Quindi, ha aggiunto:

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È molto importante mettere al centro i soccorsi in mare e lavorare come si era iniziato nel modificare il regolamento di Dublino, nella responsabilità di tutti nell’accoglienza . È molto importante che anche il nostro governo lavori in questa direzione e non dia segnali contrari. [...] Non si possono dimenticare i volti e le storie di persone attaccandosi a cavilli politici e non impegnandosi nella tutela piena di questo diritto costituzionale.
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Giuseppe Sposato
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