Istanti di paura a Gerusalemme, dove questa mattina due bombe sono esplose a distanza di pochi minuti. La prima era posizionata vicino alla stazione centrale degli autobus, ai margini del quartiere di Ramot, all'ingresso della città: colpiti diversi pendolari in procinto di prendere il bus. Pochi minuti più tardi la seconda esplosione, ad un incrocio nello stesso quartiere. Per il momento il bilancio è di un morto e di una ventina di feriti, tra i quali ci sarebbero anche diversi bambini, come reso noto dal Magen David Adom, equivalente locale della Croce Rossa.
Gli inquirenti stanno chiarendo lo svolgimento dei fatti, con la polizia israeliana che ha affermato che la prima deflagrazione sarebbe stata causata da un ordigno collocato in una borsa vicino ad un autobus. Sul veicolo sono evidenti, riferisce il Jerusalem Post, i fori causati dalle schegge. Due bombe esplose nel giro di pochi minuti: assai improbabile che si tratti di una coincidenza, per questo le autorità pensano ad un attacco terroristico coordinato architettato da militanti palestinesi.
A questo punto è allerta bomba in città, con la radio militare che ha messo in guardia i cittadini sulla possibilità che vi siano altri ordigni in procinto di esplodere. Nel frattempo, dall'ospedale Shaarey Tzedek di Gerusalemme fanno sapere che uno dei feriti versa in condizioni "critiche".
Sarebbero "operazioni eroiche" quelle avvenute a Gerusalemme questa mattina, verificatesi per ricordare agli israeliani che i luoghi santi islamici rappresentano "una linea rossa" che non deve essere oltrepassata. Lo ha affermato Daoud Shehab, dirigente della Jihad islamica, citato dalla radio pubblica israeliana Kan, senza però rivendicare l'azione terroristica.
L'avvertimento di Shehab era diretto in particolare a due dirigenti dell'estrema destra israeliana, Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir, accusati di aver ''fatto irruzione'' nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme.
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