Blitz della Polizia di Stato coordinata dalla Dda di Catanzaro che ha portato all’esecuzione di 18 arresti nei confronti di persone ritenute appartenenti alla ‘Ndrangheta della Calabria legata ad un gruppo satellite negli Stati Uniti.
L’associazione mafiosa con base a Rocca di Neto, in provincia di Crotone, ma con proiezioni anche negli Stati Uniti d’America, in particolare a New York, avrebbe gestito una vasta serie di attività illecite tra cui traffico di armi e spaccio di sostanze stupefacenti.
Le indagini, avviate già nel Marzo del 2020, hanno inoltre, consentito di accertare in particolare un serie di estorsioni commesse nell’area di Manhattan e sono state effettuate alcune perquisizioni anche a New York che, disposte sempre dalla Dda di Catanzaro, sono state eseguite da personale dell’Fbi.
L’associazione mafiosa che è stata sgominata questa mattina, secondo quanto è emerso dalle indagini, aveva un gruppo satellite a New York composto per lo più da italo-americani da tempo residenti nella metropoli statunitense.
A capo della cosca fermata con l’operazione ci sarebbe stato il gruppo Corigliano–Comito, dotato di capacità di controllo territoriale e gerarchie interne e legato a doppio filo con la locale di Belvedere Spinello.
I provvedimenti di fermo sono stati emessi dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Paolo Sirleo, che ha diretto l’inchiesta in stretto coordinamento con il Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri.
All’operazione hanno partecipato 200 agenti appartenenti al Servizio Centrale Operativo, alle Squadre Mobili di Crotone e di Catanzaro, ai Reparti Prevenzione Crimine, unitamente a personale del Federal Bureau Of Investigation (FBI) degli Stati Uniti d’America.
I reati, soprattutto l'estorsione, erano commessi attraverso un meccanismo ben oliato, dissimulato da normali pratiche commerciali e dall'utilizzo di un vocabolario strategico imposto alle vittime per segnalare la disponibilità al pagamento della mazzetta, ordinando ad esempio ad ogni inizio del mese dei cornetti al bar gestito dalla famiglia Corigliano.
In una di queste occasioni la polizia giudiziaria, immediatamente dopo la consegna dei cornetti, aveva effettuato un controllo dell'auto dove viaggiavano gli indagati, documentandone il possesso di 2.000 euro in contanti. I ricavi delle estorsioni servivano per alimentare una cassa comune gestita dal capo famiglia, anche nella logica della spartizione dei proventi illeciti da dividere in base a precisi accordi e sulla base dello spessore criminale dei destinatari.
Sono 18 i provvedimenti di fermo eseguiti ed emessi dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Paolo Sirleo, che ha diretto l'inchiesta in stretto coordinamento con il Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri.
I destinatari sono diversi soggetti fortemente indiziati di appartenere ad un'associazione per delinquere di stampo mafioso operante nella città crotonese con proiezione negli Stati Uniti d’America:
Alla lista si aggiungono alcuni membri della famiglia Comito-Corigliano che danno il nome al clan: