Oggi è il giorno del voto di fiducia alla Camera sulla manovra di Bilancio: l'appuntamento in Aula di Montecitorio avrà inizio questo venerdì 23 dicembre, in serata, con il via libera che è atteso per la vigilia di Natale. Le dichiarazioni di voto avranno inizio a partire dalle 19, mentre il voto finale sulla manovra è previsto per la prima mattina di sabato 24 dicembre.
Approvate ieri le correzioni, 44 in tutto, operate dalla Ragioneria di Stato: è stato cancellato, in particolare, un emendamento approvato per errore che stanziava 450 milioni per i Comuni. Tale norma "salva-Comuni" è stata rivista "per effetti negativi sui saldi", in mancanza di coperture. Bocciati anche eventuali compensi e simili per i membri del tavolo permanente sui Pos e richiesta una nuova regolamentazione per i voucher ai lavoratori delle discoteche. Tra le altre modifiche, sotto la lente di ingrandimento anche le questioni bonus cultura, tassa di soggiorno nei paesi turistici e proroga dello smartworking.
Nel frattempo, in risposta alle critiche alla manovra, il sottosegretario all'Economia e Finanze Lucia Albano getta acqua sul fuoco, parlando di osservazioni tecniche che "rientrano nella normalità".
Dopo l'ok della Camera, previsto per sabato 24 dicembre, il provvedimento passerà al Senato: il giorno giusto per l'approvazione finale potrebbe spaziare tra il 27 e il 30 dicembre. Una vera e propria corsa contro il tempo, con il governo che sta facendo di tutto per evitare che il voto slitti al 31: con un eventuale nuovo imprevisto si rischierebbe l'esercizio provvisorio e il no alle variazioni di bilancio. La manovra finanziaria, infatti, deve essere approvata e votata in via definitiva entro il 31 dicembre, così da poter entrare in vigore il 1° gennaio.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è detta tranquilla sulla questione: incontrando i parlamentari del suo partito, la premier ha detto che "Ci sono delle difficoltà di rodaggio" ma anche che "si può migliorare". Intervenuta a Porta a Porta per la sua prima intervista in televisione da capo di governo, poi, Meloni è tornata a parlare del Meccanismo europeo di stabilità nel salotto di Bruno Vespa: "Finché io conto qualcosa, che l’Italia non acceda al Mes lo posso firmare con il sangue".