Perchè facciamo l'albero di Natale? Una domanda che, forse, in pochi si saranno posti, vista l'abitudinarietà con la quale, sotto il periodo natalizio, ci accingiamo a farlo. Da sempre, infatti, l'8 dicembre, o comunque con l'avvicinarsi dell'ultimo mese l'anno, prepariamo tutti gli addobbi del caso, compreso il celebre abete decorato da palline, nastri e luci, ma da cosa deriva questa tradizione?
Fra le tradizioni natalizie più diffuse del globo c'è senz'altro quella dell'albero di Natale. Preparato durante il giorno della festa dell'Immacolata, è il posto in cui ci si raduna il 25 mattina per scartare i regali che la notte sono stati lasciati da Babbo Natale. Ma qual è il significato alla base? Ne esistono due, uno legato alla religione cristiana ed un altro legato a quella pagana.
Partendo da quello più antico, ossia legato al paganesimo, l'abete, per i druidi ossia i sacerdoti celti, stava a significare lunga vita, dal momento che, anche durante l'inverno, continuava a rimanere sempre verde. Con l'avvicinarsi del freddo, quindi, questi alberi venivano tagliati addobbati per cercare di propiziare i favori degli spiriti. Allo stesso modo, anche i Vichinghi, nel profondo nord, veneravano l'abete rosso, con gli alberi che venivano tagliati e decorati di frutti, per ricordare la fertilità che la primavera gli avrebbe ridato indietro.
Per quanto riguarda il cristianesimo, la sua nascita si deve al significato della scena biblica dell’Eden. Nella notte in cui si celebra la nascita di Gesù Cristo, l'albero al centro del giardino rappresenta l'albero intorno al quale l’umanità ritrova il perdono. Il primo albero di Natale, invece, è stato fatto nella capitale dell'Estonia Tallin, nel 1441, quando un grande abete venne eretto al centro della piazza municipale e tutti gli uomini e le donne non sposati ballavano per cercare la loro anima gemella. Da li, a partire dal 1500, molte altre città seguirono la scelta della capitale estone, fino a diventare una tradizione radicata nella maggior parte delle nazioni.