26 Dec, 2022 - 17:41

Termina il blocco delle bambole sessuali in Corea del Sud

Termina il blocco delle bambole sessuali in Corea del Sud

Termina il blocco delle bambole sessuali in Corea del Sud, una notizia che potrà sembrare strana e che effettivamente lo è, ma non tanto per l'oggetto in questione, quanto più per l'assenza di una legge in merito. All'interno del paese, infatti, non esisteva ne una legge, ne tantomeno una norma che vietava l'importazione di questi particolari oggetti, ma ogni qualvolta questi arrivavano alla dogana coreana venivano sequestrati. La motivazione alla base era un articolo di una legge che vieta l'importazione di tutto ciò che danneggia la tradizione e la morale pubblica.

Il blocco delle bambole sessuali in Corea del Sud

La vendita, infatti, non è vietata, ma la qualità di quelle prodotte è nettamente inferiore a quelle estere, motivo che spingeva i cittadini a volerle comprare. Il blocco, però, impediva di fatto che i coreani poi potessero effettivamente usufruirne, ma l'agenzia doganale coreana ha fatto sapere che inizierà ad utilizzare un nuovo tipo di regolamento in merito. In particolare, il riferimento ai giochi sessuali, che vengono erroneamente definite bambole gonfiabili, termine che indica anche altri giocattoli che non hanno niente a che vedere con questo.

Gia nel 2019 la Corte Suprema aveva stabilito che l'importazione di determinate bambole sessuali fosse legittima, dal momento che si trattava di oggetti usati nella vita privata. Nonostante questo, però, l'agenzia doganale aveva continuato a bloccarle, confiscandole al momento del loro arrivo. La battaglia legale è poi proseguita, andando avanti nel tempo, dal momento che il ministro dell'Uguaglianza dei generi e della famiglia, dal momento che l'utilizzo di questi oggetti nella vita privata non lede la morale pubblica. L'agenzia doganale, seppur modificando il suo regolamento, ha comunque fatto sapere che continuerà a bloccare l'importazione di bambole che raffigurino bambine o bambini, cosa vietata anche in altri paesi tra cui Stati Uniti, Australia e Regno Unito.

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Giorgio Mastrogiacomo
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