Papa Francesco, nel giorno della scomparsa del collega emerito Benedetto XVI°, ha officiato la cerimonia dei Primi Vespri e del Te Deum all'interno della Basilica di San Pietro.
L'udienza ha riguardato il valore della gentilezza, con Bergoglio che ha rivolto l'augurio diffuso affinché le persone riscoprano questo dono divino. Uno "stile di vita che l'esperienza insegna essere strumento di una sana convivenza, di umanizzazione dei rapporti sociali e di abbandono dell'aggressività e dell'indifferenza".
"Un modo di relazionarsi facendo attenzione a non ferire con parole o azioni il proprio interlocutore, cercando di alleggerire le sue sofferenze incoraggiandolo, confortandolo e consolandolo".
Il Te Deum celebrato da Papa Francesco esprime per sua stessa natura un ringraziamento al Signore, per quanto ha offerto nell'anno che si appresta a concludersi. La scelta di Bergoglio è stata dunque quella di affidarsi a una qualità che il mondo sembra aver dimenticato, in un anno contrassegnato dalla nascita di un nuovo conflitto nel cuore dell'Europa
Poi ancora, è "antidoto contro alcune malattie che affliggono la nostra società, che avvelenano il nostro cuore e rendono tossiche le relazioni sociali: è il caso della crudeltà". Ecco perché l'auspicio è di riscoprire il valore di parole semplici come "permesso, scusa, grazie", per "liberarci dall'aggressività dell'individualismo consumistico e non umiliare il prossimo".
A proposito di Ratzinger, il Pontefice si è agganciato al discorso sulla gentilezza per rivolgere il pensiero spontaneo "a una persona nobile d'animo e gentile". Nei suoi confronti tanta gratitudine "per tutto il bene che ha compiuto, per la sua testimonianza di fede e di preghiera, specialmente nei suoi ultimi anni di vita. Solo Dio conosce il valore e la forza della sua intercessione, dei sacrifici che ha offerto per il bene della Chiesa".