12 Jan, 2023 - 11:54

Bce: "I tassi devono salire per fermare l'inflazione. Si prevede riduzione dei bond da marzo"

Bce: "I tassi devono salire per fermare l'inflazione. Si prevede riduzione dei bond da marzo"

Secondo la nuova analisi della Bce, riportata nel Bollettino, i tassi di interesse devono ancora aumentare in misura significativa a un ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2% nel medio termine. Tali affermazioni arrivano in seguito alle decisioni del Consiglio direttivo del 15 dicembre, e conferma che da marzo il portafoglio dei bond acquistati negli anni col programma 'App' "sarà ridotto a un ritmo misurato e prevedibile" pari, in media, a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine del secondo trimestre del 2023 e che verrà poi determinato nel corso del tempo.

Bollettino Bce: Gli aiuti a favore delle famiglie fermeranno l’inflazione

Nell’analisi, la Banca Centrale Europea elabora uno scenario alquanto rassicurante:

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Le misure di bilancio attuate a sostegno delle famiglie in risposta all’elevato livello delle quotazioni energetiche e dell’inflazione dovrebbero frenare l’incremento dei prezzi nel corso del 2023. 

Tuttavia avverte:

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Una volta revocate, tuttavia, l’inflazione riprenderà a salire. Le strozzature dal lato dell’offerta si stanno gradualmente attenuando, sebbene i loro effetti stiano ancora contribuendo all’inflazione, soprattutto per quando riguarda i prezzi dei beni. 

Mercati finanziari, tassi di interesse a lungo termine in aumento 

Nel periodo tra settembre e metà dicembre 2022, si legge nel Bollettino economico , i tassi di interesse a più lungo termine sono cresciuti, nel complesso, solo lievemente" e "i differenziali sui titoli di Stato si sono ridotti. L’andamento di Italia e Grecia pare quindi smentire chi temeva un'impennata degli spread fra annunci di rialzi dei tassi e smantellamento del Qe.

Per quel che riguarda i salari, la Bce afferma che presto si dovrebbe assistere ad un aumento dei tassi, ben superiori alle medie storiche, sospingendo al rialzo l’inflazione.

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Ciò riflette mercati del lavoro solidi che finora non sono stati colpiti in misura dirimente dal rallentamento dell’economia, aumenti dei salari minimi nazionali e un certo adeguamento delle retribuzioni agli elevati tassi di inflazione. 

E conclude:

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Oltre il breve periodo l’atteso rallentamento dell’economia nell’area dell’euro e l’incertezza in merito alle prospettive economiche eserciteranno probabilmente delle pressioni al ribasso sulla crescita salariali.

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Giulia Danielli
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